Messina, l’Autorità Portuale ritrova la sua centralità?

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Il Governo sarebbe tornato sui suoi passi: addio fusione con Gioia Tauro; si volge lo sguardo alla partnership con Catania e Augusta

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

L’Area dello Stretto non sarà bistrattata dal Governo. Anzi, essendo considerata un potenziale volano di sviluppo, su di essa verranno investite attenzioni e risorse. Questo è quanto ha dichiarato, in estrema sintesi, Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, giunto a Messina per il Report sull’Economia e sui Trasporti nel Mediterraneo. Il riferimento naturalmente non può che andare all’Autorità Portuale, con le riforme dell’Esecutivo che stanno ridisegnando gli scali lungo tutto lo Stivale. In tal senso l’impostazione originaria di Maurizio Lupi, volta a patrocinare la creazione di un’unica Autorità da Gioia Tauro a Messina, è stata corretta da Delrio, il quale – dopo un confronto serrato coi diversi interlocutori – preferirebbe battere la via dell’Authority della Sicilia Orientale. Così facendo Messina non sarebbe subordinata alle direttive del porto calabro, ma vanterebbe una forma di leadership su Augusta e Catania. Un atto dovuto secondo i tecnici, stante il ruolo preminente giocato all’ombra della Madonnina. Resta però da capire come verrà superata l’impostazione precedente: la fusione con lo scalo calabrese, infatti, garantiva in linea di principio la non concorrenzialità fra due grandi realtà. Le nuove direttrici dovranno armonizzare una competizione fra territori con caratteristiche simili e con esigenze speculari.

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