Il Comitato all’attacco rispetto ai disservizi registrati nel nosocomio, in barba all’ordinanza e al diritto alla salute
“Il Reparto di Medicina è stato chiuso a luglio ed il personale medico ed infermieristico è stato trasferito al Papardo. I Reparti di Ortopedia e Chirurgia sono presidiati, rispettivamente, da un solo medico e secondo le ben note disposizioni della Direzione del Papardo, non possono fare ricoveri ordinari di urgenza, a meno che non si tratti di pazienti in condizioni gravissime, non trasportabili e che quindi richiedano un trattamento chirurgico immediato. In questo caso l’equipe operatoria deputata all’esecuzione dell’intervento sarà costituita dall’ unico chirurgo presente al Piemonte e da un chirurgo proveniente dal Papardo, il quale, anche se impegnato in altro intervento, dovrà abbandonare questa sede, per recarsi, quanto più rapidamente possibile al Piemonte”. Il Comitato Salvare l’Ospedale Piemonte non ci sta e con una nota stampa annuncia l’esposto in Procura: secondo la sigla, infatti, “tale organizzazione si associa ad un elevatissimo rischio clinico e lo ribadiamo, non è conseguenza di carenze di personale bensì di incomprensibili scelte della direzione sanitaria del Papardo“. A giudizio degli attivisti, i pazienti che giungono al Pronto Soccorso di viale Europa – spontaneamente o accompagnati dalle ambulanze del SUES 118 – pur essendovi disponibilità di posti letto vengono trasferiti presso l’Ospedale Papardo, il Policlinico o più frequentemente, “data la cronica carenza di posti letto delle strutture pubbliche, presso le Case di cura private cittadine, con aggravio della spesa sanitaria, spreco di risorse ed aumentato rischio per i pazienti“.
Anche in relazione ai continui casi di malasanità conseguenti l’indisponibilità dei reparti del Piemonte e alla parziale applicazione dell’Ordinanza del Sindaco che imponeva la riapertura delle Unità Operative mai avvenuta, il Comitato ha depositato la denuncia direttamente alla Procura della Repubblica.