L’Amam ha attivato anche la terza pompa: l’obiettivo è riempire in serata i serbatoi della partecipata ed iniziare, da domani, un’erogazione parziale
I numerosi tentativi messi in atto dall’Amam sembrano aver dato i frutti agognati: con l’attivazione della terza pompa di collegamento fra Calatabiano e Messina, Fiumefreddo sta erogando 700 litri al secondo verso la città. Un dato importante per l’Amministrazione, che può puntare a soddisfare il fabbisogno minimo delle utenze domestiche. Tutto ciò lascia presumere che, salvo sfaceli, entro poche ore il peggio potrebbe essere passato. E se Accorinti, dall’assemblea nazionale dell’Anci di Torino, garantisce che in serata tutto potrebbe essere risolto, specificando di essersi mosso da Messina soltanto quando ha visto l’acqua uscire dai rubinetti (bontà sua), più prudente si mostra – almeno per il momento – il suo braccio destro Guido Signorino, che evidenzia come l’impasse potrebbe essere rotta domani. In realtà per ritornare alla normalità serviranno almeno 10 giorni: qualora l’acqua affluisse regolarmente, essa andrà a riempire i serbatoi della partecipata per poi essere erogata, in un secondo momento e gradualmente, verso le diverse zone del perimetro cittadino. Con i serbatoi dei condomini vuoti, ha fatto notare il direttore generale La Rosa, “ci sarà una chiamata straordinaria che svuoterà presto le riserve“. Saranno necessarie, pertanto, 24-36 ore per entrare a pieno regime.
Sul versante politico, registrato l’interesse di Alfano, il biasimo di Renzi e la mobilitazione dell’Esercito garantita dal Ministro Pinotti, a Messina non si placa la polemica. Per il presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, l’Amministrazione ha mostrato le proprie fragilità ed una preoccupante incapacità gestionale che ha evidenziato una palese sottovalutazione del pericolo.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Pdr-Sicilia Futura. Qui il portavoce Salvo Versaci ha ironizzato sulla propensione del primo cittadino a difendere le grandi cause del Tibet e della Palestina, lasciando però all’asciutto la propri comunità. “Messina – ha affermato quest’ultimo – sta sprofondando nel lerciume che copre le strade, quantomeno ciò che ne è rimasto, caratterizzandosi per l’incapacità di chi ha promesso il cambiamento“.