Picciolo tranquillizza gli operatori e i sindacati: Gucciardi si è impegnato a scongiurare questa eventualità. Un impegno verbale che appare, al momento, quanto mai precario
Il primo reparto ad essere dismesso sarà quello del Pronto Soccorso, la cui centralità assoluta è stata più volte ribadita dalle sigle sindacali e dal Comitato per la difesa dell’Ospedale. Chirurgia, Ortopedia e Cardiologia non saranno abbandonate del tutto, almeno non secondo il dettato delle linee guida aziendali, ma temporaneamente non appaiono fruibili vista la necessità di interventi strutturali.
Le eventuali visite ambulatoriali prenotate da tempo saranno così trasferite al Papardo, eccezion fatta per chirurgia ove uno specialista resterà al servizio fino alla dimissione dei pazienti attualmente ricoverati. Restano anche due posti letto di rianimazione per le urgenze ostetrico-ginecologiche, 9 posti letto in rianimazione, 8 per cardiologia. Questo vale, ovviamente, fino alla conclusione del progetto: nei disegni di Vullo il Piemonte dovrà riservare i propri 22 posti alle unità operative di riabilitazione e lungodegenza.
Sul punto è voluto intervenire Beppe Picciolo, leader regionale del Pdr e artefice – insieme all’onorevole Formica – del ddl che punterebbe a riqualificare la struttura del centro cittadino attraverso la fusione col Centro Neurolesi. Rivelando un confronto serrato con l’assessore Gucciardi, Picciolo ha riportato la calma: “ha assicurato il suo intervento immediato. Indietro non si torna, Gucciardi è una persona d’onore e non verrà meno agli impegni presi per Messina. Qualora non dovesse essere così arriveremmo alla mozione di sfiducia nei suoi confronti, ma ci ha assicurato che non lascerà chiudere il Pronto soccorso”.