MessinAmbiente, la Regione si muove per verificare i rimborsi riconosciuti a Ciacci

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La gestione del manager di Capannori è stata contestata, nel recente passato, dal consigliere comunale Burrascano. Adesso serve chiarezza

Le spese compiute da Alessio Ciacci nel 2014 saranno oggetto di un’approfondita ispezione regionale. Le ripetute denunce presentate dal consigliere comunale Angelo Burrascano, eletto in quota Megafono, hanno infatti sortito l’effetto agognato: da Palermo si è attivato un processo di verifica sui rimborsi elargiti al manager di Capannori, di là dalla scarna relazione offerta dalla Giunta in difesa del proprio collaboratore. Nel documento firmato da Accorinti e Ialacqua, infatti, si era magnificata l’opera del commissario liquidatore, annoverando fra i risultati la crescita della raccolta differenziata che avrebbe rappresentato – nel medio periodo – il famigerato passaggio “dall’emergenza all’eccellenza” sui rifiuti cittadini. Da Palermo, però, non era arrivata la richiesta di un report sulle attività svolta, legata agli obiettivi concordati con Palazzo Zanca. Era stata invocata, semmai, una verifica sulla contabilità dell’establishment della società di via Dogali: a questo punto scatterà un’indagine affidata ad Antonio Garofalo, già avvezzo ai corridoi di Palazzo Zanca in quanto ex commissario per i bilanci comunali. Spetterà proprio al funzionario regionale fare le pulci sulle uscite di MessinAmbiente, vagliando le accuse di Burrascano e cercando di muoversi, entro sessanta giorni, nell’intricata matassa dei rimborsi spese. Per l’esponente del consesso civico, va ricordato, i rimborsi aggiuntivi riconosciuti al manager avrebbero rappresentato un passo indietro sul piano del risanamento della partecipata.

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