Reggina, arriva la Vibonese dopo una settimana al veleno. Toccateci tutto ma non il 30 maggio

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Reggina-Vibonese al Granillo, ma i tifosi non ne possono più: questi Dilettanti sono uno strazio mentre Cozza sminuisce l’impresa del 30 maggio al San Filippo

Reggina-Vibonese, ci siamo quasi: si gioca al Granillo domenica 25 ottobre alle ore 14:30. E’ una partita importante perché alla 10^ giornata del campionato si può considerare l’ultima occasione per gli amaranto allenati da Ciccio Cozza per provare a rimontare la classifica e lottare ancora per i quartieri alti, come sbandierato per l’ennesima volta in questi giorni dal club. Non vincere neanche domenica, invece, significa per forza di cose sedersi al tavolo e fare i conti. Davvero, senza ulteriori rinvii che stonano all’occhio dei tifosi che si sentono presi in giro.

LaPresse/Francesco Saya

La misura è già colpa: quello che è successo nelle ultime settimane non è piaciuto a nessuno. E non tanto per la ripartenza dalla serie D, quanto per le scelte e determinati atteggiamenti del nuovo corso societario che hanno spento lo straordinario entusiasmo che si era creato ad inizio stagione con i 3.500 abbonati e i 4.000 poetici spettatori sugli spalti nel match casalingo contro la Sarnese. Dopo una serie di partite giocate con il maltempo (Leonfortese), a porte chiuse (Vigor Lamezia) o di mercoledì pomeriggio (Marsala e Due Torri in Coppa Italia), con gli spalti comprensibilmente e desolatamente vuoti, quello di domenica con la Vibonese e in una giornata dal clima mite e soleggiato sarà anche un importante banco di prova per capire quanti tifosi sono ancora vicini a questa squadra.

Le dichiarazioni di mister Cozza non hanno certo aiutato a ricompattare l’ambiente. In modo particolare ha stonato la frecciatina a Giacomo Tedesco con cui l’attuale allenatore del sodalizio amaranto ha voluto sminuire la storica impresa del 30 maggio al San Filippo, dicendo che “ha vinto uno spareggio, un bel risultato ma era una sfida tra due squadre fallite. Dispiace dirlo, ma è la verità“. La verità è l’esatto opposto: sono passati cinque mesi e nessuna tra Reggina e Messina è fallita, la Reggina non si è iscritta al campionato dopo quella miracolosa salvezza ma è ancora in piedi e i progetti che sta portando avanti per il Centro Sportivo Sant’Agata “rischiano” di dare più lustro alla città rispetto a quanto non stia facendo la principale squadra di calcio guidata da Cozza in serie D. E ammesso che fosse davvero vicina al baratro (fatto reale, sappiamo tutti le difficoltà della Reggina negli ultimi mesi), a maggior ragione il successo dello spareggio playout è un’impresa sportiva ancor più significativa.

Tantomeno il Messina, non solo non è fallito ma nonostante la retrocessione era una società talmente tanto in salute da risultare appetibile sul mercato, è stata infatti rilevata da una nuova cordata che ha fatto le cose per bene, ha ottenuto il ripescaggio in Lega Pro dopo una battaglia legale e adesso dopo 7 giornate di campionato è clamorosamente seconda in classifica, unica ancora imbattuta del torneo, e sta facendo sognare alla città peloritana la promozione in serie B. Eppure il Messina di Artuno Di Napoli, quando Cozza iniziava ad allenare la Reggina al Granillo ad agosto, non aveva a disposizione ancora neanche un calciatore. E si allena regolarmente al San Filippo, come quasi tutte le squadre di Lega Pro. Soltanto per la nuova Reggina il problema (o meglio, gli alibi) sono “la preparazione iniziata in ritardo” (bla, bla, bla) e l’assenza di un campo di allenamento (bla, bla, bla), nonostante il Comune abbia concesso lo stadio Granillo in modo gratuito (il club deve ovviamente gestire l’impianto come faceva già prima Reggina Calcio, ma stavolta senza ulteriori oneri nei confronti del proprietario della struttura). Sono alibi, appunto, della Reggina di Cozza. Lo stesso Cozza che l’anno scorso aveva abbandonato la barca mentre stava affondando e adesso sminuisce l’impresa di Tedesco, uno che su quella barca c’è salito quando il mare era talmente tanto in tempesta che nessuno ci credeva più di non affondare, uno dei pochissimi allenatori della storia (ultracentenaria) della Reggina a vincere 4 partite consecutive, l’unico a vincere due derby consecutivi contro il Messina, per giunta in uno spareggio playout.

Va bene tutto, ma non toccateci il 30 maggio: altro che “due squadre fallite“, è stato uno spareggio emozionante, al Granillo nella gara d’andata (1-0, gol di Insigne) c’erano 10.000 spettatori, al San Filippo nella partita di ritorno (0-1, Balistreri) c’erano oltre 1.000 supporters amaranto. E anche per chi l’ha guardata su Sportube, sarà una delle emozioni più belle che accompagneranno i ricordi di tutta la vita. Quei tifosi hanno gioito sui traghetti come non facevano da 7 anni, dopo tante sofferenze, retrocessioni, umiliazioni. E’ stato l’unico giorno di festa amaranto dell’ultimo lustro, con tanto di sfilata sul bus cabrio sul Lungomare, e ci permettiamo il lusso di sminuire una delle pagine più belle dell’ultracentenaria storia amaranto? E’ qualcosa di inaccettabile. A prescindere da Cozza e Tedesco, nessuno si permetta di gettare fango sul 30 maggio. E la nuova società si faccia sentire, perchè il 30 maggio è prima di tutto un suo patrimonio morale e adesso abbia il coraggio di fare i doverosi “mea culpa” a fronte di una gestione tecnica palesemente fallimentare. Proprio dal 30 maggio bisognava partire, da Aronica e Cirillo, da Balistreri e tutti quegli altri ragazzi di quel gruppo che oggi stanno facendo molto bene in Lega Pro o in serie D e che già rappresentavano un’organico che avrebbe potuto davvero competere per la vittoria di questo campionato.

Invece sono state fatte altre scelte, e adesso è giunto il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Ci eravamo stancati di perdere con il Crotone in B, e adesso a fronte degli schiaffi subiti da Rende, Roccella e persino Leonfortese continuiamo a raccontarci le favole, a dare la colpa al ritardo della preparazione (si, proprio come il Messina secondo in Lega Pro!) o al problema degli impianti (ma Rende, Roccella, Leonfortese e tutte le altre che stanno umiliando la Reggina credete abbiano una Coverciano tutta per loro?) o allo sbarco degli alieni.

Se siete in grado di farlo, scendete in campo a restituire dignità ad una piazza che ne ha disperatamente bisogno, ad una tifoseria che ne merita a palate. Altrimenti meglio scendere di nuovo dalla barca che affonda per affidarla a chi è disposto a guidarla pure in condizioni di tempesta con l’obiettivo di condurla al porto (cioè salvarla dalla retrocessione in Eccellenza). Sperando che anche stavolta ci sia qualche gladiatore che ci voglia provare.

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