Aurelio Chizzoniti e Francesco Nucara sono voluti intervenire in merito alla spinosa vicenda dell’Aeroporto dello Stretto: “se si vuole incrementare il numero dei passeggeri, si deve aumentare l’offerta”
Potenziare i collegamenti con le isole, con Messina, così la pensa anche Aurelio Chizzoniti, che stigmatizza fortemente la gestione di Porcino, dimostrando “grande solidarietà nei confronti dei dipendenti della Sogas e della Sicurcenter, che da tempo non percepiscono lo stipendio. C’è un’esigenza, tra le altre cose, di coinvolgere l’utenza siciliana. Ad ora, non ci possono essere margini di peggioramento, ma solo imponenti margini di miglioramento”. Esigenza, che secondo Chizzoniti, si affianca a quella di “recuperare il bilancio della Sogas entro limiti legalizzati. Va recuperata la gestione, allargata ad enti territoriali che possano fornire un contributo manageriale, come Confindustria, il Porto di Gioia Tauro, dei tour operator siciliani – così la pensa Chizzoniti, sostenendo la privatizzazione – Bisogna inserire la città di Reggio nei pacchetti turistici siciliani, pensando solo al fatto che l’Aeroporto di Catania, da aprile a settembre, diventa il terzo Aeroporto d’Italia!”.
“Il problema dell’Aeroporto è antico”, aggiunge Francesco Nucara riferendosi alla “responsabilità, in questo, della politica reggina, regionale e nazionale, che non ha capito niente. Noi vogliamo che l’Aeroporto diventi Aeroporto internazionale: ciò comporterebbe per la politica comunale e regionale una serie di investimenti, nonché pensare in grande”.
E Nucara continua rivolgendosi anche al sindaco Falcomatà, chiedendogli indirettamente di andare a Bruxelles, di parlare con Renzi. Citando, inoltre, un libro di Giovanni Russo, che a sua volta si rifà alle parole di Ferdinando II d’Aragona, Nucara afferma che “a Reggio si è solo parlanti! Non c’è un’idea di programmazione! Il problema dell’Aeroporto non è ideologico! Destra e sinistra sono categorie dello spirito! Bisogna sedersi ad un tavolo e trovare una soluzione”, chiosa così l’onorevole Francesco Nucara, dinnanzi ad un auditorio formato da giornalisti e sindacati.