Reggio, ospedale Riuniti: il reparto della terapia del dolore, essenziale per i pazienti ma “invisibile” per le istituzioni

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Il reparto della terapia del dolore dell’azienda ospedaliera reggina non ha strumenti nè personale quantitativamente adeguato per offrire supporto ai pazienti con dolore cronico: necessario un potenziamento della struttura

Il reparto della Terapia del Dolore a Reggio Calabria, nonostante la sua importanza ed essenzialità nella cura dei pazienti che soffrono di diverse patologie che porta loro una condizione di dolore cronico risulta essere ancora oggi poco conosciuto e soprattutto non gode delle strutture, strumenti e personale quantitativamente adeguato. E’ quanto emerge da un’analisi condotta recentemente proprio nella divisione dell terapia del dolore, locata al 5° piano dell’ospedale Morelli che ad oggi si struttura con un solo medico nonchè Direttore Dott. Giuseppe Santamaria, una borsista e solo tre infermieri.

Eppure, nonostante questa dura realtà, sono numerosi i pazienti che hanno riconosciuto non solo un beneficio ma un’essenzialità delle terapie a cui sono stati sottoposti per guarire o perlomeno riuscire a convivere con la loro patologia spesso cronica. Infatti, nel reparto ad oggi vengono sottoposti a tutte le terapie antalgiche che possano contribuire ad un miglior controllo del dolore in quei pazienti che soffrono di dolori muscolo scheletrici, dolori di origine vascolare, neuropatico, dolore viscerale ecc..

Sono inoltre recenti le testimonianze alla stampa di alcuni pazienti che hanno dichiarato che grazie al reparto della Terapia del dolore, siano riusciti ad andare avanti nella loro vita ed a convivere con il dolore cronico, grazie alla professionalità e dedizione del personale (seppur numericamente carente), ed alla terapie antalgiche a cui sono stati sottoposti. Un uomo che soffriva di una malattia neurologica progressiva ha testimoniato di essere letteralmente “tornato alla vita”, grazie al lavoro svolto dall’equipe della terapia del dolore: grazie alla cure del Dott. Santamaria l’uomo oggi riesce a muoversi con autosufficienza.

Ciò su cui si vuole porre l’accento è che una realtà di questa portata, essenziale quanto efficiente del panorama ospedaliero reggino non può e non deve essere “abbandonata” e ridotta a poco personale, strumentazione carente e locali non idonei all’adeguata mole di pazienti che devono essere quotidianamente gestiti.

A fronte di ciò, quello che ci si augura è un potenziamento del personale medico e paramedico, potenziamento strutturale e strumentale, potenziamento dell’offerta diagnostica e terapeutica rivolta ai pazienti.

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