È stato attestato: le Università del Sud hanno subito un notevole calo degli iscritti. Reggio e Messina tra i primi posti a livello nazionale. La parola ai ragazzi
Una “flessione” che è stata attestata, altresì, pochi giorni fa in occasione della conferenza stampa di presentazione della decima edizione del Salone dell’Orientamento, quest’anno presente in entrambe le sponde dello Stretto (solo a Reggio Calabria, si ricordi, l’Università Mediterranea ha avuto un calo degli iscritti del 40%; l’Università di Messina del -28,1%): Reggio e Messina, infatti, e finora con riscontrato successo, si impegnano nel coinvolgere i ragazzi, laureati, laureandi, matricole, in un percorso di informazione, formazione ed orientamento, affinchè possano scegliere al meglio il loro percorso di studi e di vita.
Una situazione di stallo, però, si attesta in riferimento a tutti questi giovani; alcuni di loro decidono comunque di rimanere, non potendo o non volendo andar via, altri si muovono nella direzione contraria.
“Gradisco i tentativi di orientamento e coinvolgimento messi in campo delle Università – afferma uno studente – ma la situazione rimane invariata: dopo la laurea rimaniamo fermi, costretti a trovare qualche lavoretto per andare avanti o ad emigrare per riuscire a realizzare i nostri sogni”.
È un percorso post-laurea quello che descrive lo studente in questione, uno studente che ha deciso di studiare qui, di rimanere, ma che comunque non trova altra alternativa che andare via per continuare a fare ciò che più gli piace.
Un’ostinazione, come detto, che però risulta essere affiancata dalla placida attestazione delle esigue opportunità che vengono date ai talenti “nostrani”.
Fermo restando questo, cos’è che spinge i ragazzi a scegliere un’università del Nord? Le risposte sono tante e oggi più che mai ovvie: “libertà e possibilità di scelta; crescita personale; sbocchi lavorativi assicurati; più alta considerazione degli Atenei del Nord”. Tutto ciò influisce sulla scelta degli studenti, che molte volte spinti anche dalle famiglie, si apprestano a cambiare casa, terra, vita, per poi avere un futuro assicurato. Sogni o realtà..? qualcuno si può domandare, vedendo che altrettanto spesso quegli stessi che se ne erano andati, ritornano, dopo aver studiato e fatto sacrifici, in quella terra da cui sono “scappati”. E così facendo si apre un altro recente scenario, che attesta ancora di più i dati di cui parla Il Sole 24 Ore, ma aggiunge a questi un altro tassello.
Ed infine, come si diceva anche ieri sul nostro giornale, è giunta davvero l’ora di dire basta a questi continui “esodi”, e di trovare delle soluzioni concrete, che diano soprattutto fiducia ai giovani: fiducia nelle proprie possibilità, ma soprattutto nelle opportunità che vengono loro offerte, dopo anni di sacrifici o di impossibilità di ogni sorta. Che i giovani vengano rassicurati da ogni punto di vista, dallo studio, al lavoro, alle opportunità di vita che possono avere rimanendo a casa loro, dove si spera non debbano più restare “accontentandosi” di quello che c’è, ma soddisfatti di ciò che si sono riusciti a conquistare.