Commemorazione dei defunti, ecco le origini

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Il 2 novembre è da sempre il giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, tradizione cattolica dalle origine antichissime

La Chiesa, da sempre, ha celebrato i defunti il giorno successivo alla festa di tutti i Santi, ma la commemorazione dei defunti come si dovrebbe intendere oggi da parte dei cattolici, ovvero una ”festa di riparazione” nei confronti di coloro che non hanno altari, si deve nel 998 all’iniziativa di Sant’Odilone, abate di Cluny. Quest’ultimo era uno dei monasteri più importanti dell’epoca, e vi facevano capo almeno un altro centinaio di monasteri che grazie all’impulso arrivato da Cluny contribuirono al diffondersi di tale celebrazione in molte parti dell’Europa settentrionale. L’idea della commemorazione dei morti venne ispirata da un rito bizantino che celebrava tutti i morti, e ricorreva il sabato precedente alla domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima, quindi in un arco di tempo compreso fra la fine di gennaio e il mese di febbraio. In seguito, grazie appunto all’impulso riformatore cluniacense, il rito si estese a tutta la Chiesa Cattolica. Fu solo nel 1311 che anche Roma sancì ufficialmente la memoria dei defunti, festività che venne definita Anniversarium Omnium Animarum. In Italia, sebbene il giorno della commemorazione dei defunti non sia mai diventato una vera è propria festività, è consuetudine visitare i cimiteri e portare dei fiori sulle tombe dei propri cari. In diverse località sia del nord che del sud, poi, si usa in questa giornata preparare dei dolci tipici, chiamati in generale “dolci dei morti”. In quasi tutta la penisola si tratta di biscotti fatti da ingredienti semplici come farina, uova, zucchero e aromi; in alcune regioni contengono anche mandorle tritate, cioccolato o marmellata e frutta candita.

Fonte MeteoWeb

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