La crisi idrica inizia a prendere una piega preoccupante: sono passati 18 giorni e ancora non si vede la luce in fondo al tunnel
Dopo gli innumerevoli disagi patiti dai messinesi, costretti da 18 giorni a vivere in una situazione critica con l’acqua centellinata grazie all’ausilio delle autobotti, le notizie che giungono da Calatabiano hanno procurato ulteriore sconforto. I fatti li abbiamo descritti nel primo pomeriggio, allorquando dal Comune etneo è arrivata la notizia dello stop ai lavori decretato dal primo cittadino Giuseppe Intelisano. Una mossa che non è andata giù ai vertici dell’Amam, finiti immediatamente sulla graticola per non aver seguito in loco gli sviluppi delle operazioni concordate a tavolino con la Protezione Civile e col commissario all’emergenza. Non a caso Leonardo Termini, presidente della partecipata, ha attaccato frontalmente il primo cittadino della piccola comunità in cui si è registrato lo smottamento che sta causando esasperanti difficoltà.
L’accusa è chiara: la volontà di muoversi in proprio, manifestata dal sindaco del catanese, delinea un comportamento para-anarchico che sta ledendo gli interessi di una comunità da 250mila abitanti. Un atteggiamento, questo, che si era già manifestato nei giorni scorsi a detta di Termini, e che ora è palesemente diventato di dominio pubblico.
La versione del sindaco etneo è stata peraltro confermata da Calogero Foti, il quale – nel resoconto dei lavori di giornata – ha così precisato: “nella mattinata sono arrivati i tubi speciali e predisposto il tracciato, mentre per quanto riguarda il monitoraggio della frana è stata posizionata la stazione totale robotizzata, i prismi per la misurazione di eventuali spostamenti del terreno ed è stato collocato il radar per l’analisi interferometrica necessario al controllo del movimento franoso. Tutto procede come stabilito dal cronoprogramma e domattina, con la piena collaborazione di tutte le componenti interessate, i lavori proseguiranno secondo quanto previsto”.
Parallelamente, in città, si registra il durissimo monito della Confcommercio, della Uil-Tucs, della Filcams Cgil e della Fisascat Cisl. Le sigle hanno stigmatizzato il caos istituzionale che sta accompagnando un’emergenza surreale, cagionando danni a cittadini e imprese. C’è chi sta stringendo i denti per non abbassare le saracinesche, spiegano le associazioni di categoria, e questo proprio mentre il balletto fra le parti diventa ancora più farsesco. Da qui la richiesta di un intervento deciso e risolutivo da parte della presidenza del Consiglio. A Palazzo Zanca, invece, gli esponenti del consesso civico hanno gettato le basi per istituire una commissione d’inchiesta: essa dovrà valutare la condotta del Comune e della partecipata interessata nei prossimi tre mesi.