Messina tagliata fuori dai finanziamenti per il Meridione. Accorinti: è sconcertante

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Il Governo non investe sulla porta orientale dell’isola ed il primo cittadino chiede una mobilitazione alla deputazione regionale e nazionale

Ammontano complessivamente a 7 miliardi di euro i finanziamenti stanziati dal Governo per lo sviluppo delle regioni meridionali: una cifra reboante, di cui però Messina non beneficerà. In Sicilia, infatti, Palermo e Catania sono riuscite ad attirare l’attenzione del Governo, un’attenzione che è mancata – e clamorosamente – per la porta orientale dell’isola.

Renato Accorinti, a tal proposito, ha speso parole al veleno nei confronti dell’Esecutivo. A giudizio del sindaco l’esclusione della città metropolitana dal Masterplan per il Mezzogiorno è un fatto inaudito: “Esprimo sconcerto per l’assoluta mancanza di attenzione nei confronti delle necessità della nostra Città, tagliata fuori inopinatamente dai progetti e dagli investimenti assolutamente necessari per questo territorio. Invito tutta la deputazione nazionale a farsi carico con immediata urgenza, insieme alla nostra Amministrazione, di un problema che rischia di dare un altro duro colpo alla fragilità strutturale ed economica che scontiamo pesantemente da decenni” ha affermato Accorinti tuonando contro gli errori tecnici e istituzionali del Governo cui bisognerà porre rimedio. Il Masterplan è un treno che Messina non può perdere, se davvero la classe dirigente punta ad una crescita consistente del tessuto economico e sociale. “Abbiamo  già inviato una richiesta di interlocuzione al ministero dell’Economia perché l’importanza strategica di Messina nell’assetto infrastrutturale e logistico del Paese deve essere fatta valere – ha affermato Accorinti – e adesso è urgente che la questione venga fortemente ribadita da tutti i parlamentari nazionali in tutte le sedi”.

Anche Tonino Genovese, segretario provinciale della Cisl, ha manifestato il suo sconcerto, inviando un tweet al capo del Governo per far pesare l’esclusione della tredicesima città d’Italia dagli investimenti nel Sud del Paese. Una decisione che per il sindacalista significa voler di fatto “uccidere la speranza per un territorio intero e per i suoi cittadini che stanno attraversando, da tempo e non solo da dieci giorni, una situazione di gravissima crisi economica e sociale. E, a scanso di equivoci, voglio ricordare al Presidente del Consiglio Renzi che Messina è in Sicilia, in Italia. In Europa. Non in Tibet“.

Meno caustico l’onorevole Vincenzo Garofalo, eletto alla Camera e iscritto nel gruppo del Nuovo Centro Destra. “Non invitare Messina al tavolo di concertazione nel quale verranno definiti opere cantierabili e progetti di sviluppo industriale è una grave dimenticanza alla quale occorre porre rimedio. Non solo perché è una delle città metropolitane siciliane insieme a Catania e Palermo e, dunque, dovrebbe sedersi di diritto a quel tavolo, ma anche perché riveste, come più volte Area popolare ha sottolineato, un ruolo strategico nell’ottica dello sviluppo dell’intero territorio nazionale” ha affermato il parlamentare esortando l’azione riparatrice dell’Esecutivo.

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