Il presidente dell’associazione di categoria scrive una lettera alla città e denuncia il degrado istituzionale a fronte delle criticità del territorio
“Dissesto del territorio, acquedotti privi di gestione e manutenzione, indecorosa e onerosa gestione dei rifiuti, decoro urbano e verde pubblico dimenticati, sistema della mobilità stentato sono gli elementi che ancora una volta hanno relegato la città di Messina agli ultimi posti della classifica del Sole 24 Ore. È l’ennesima volta, e, purtroppo si da quasi per scontato“. E’ amaro il registro usato dal Presidente di Confindustria Alfredo Schipani nel raccontare lo stato delle cose in città. Amaro, ma non rassegnato, se è vero che dalla stessa voce giunge un appello, o per meglio dire un ultimatum, alle istituzioni, affinché un colpo d’ala possa restituire dignità all’intera realtà metropolitana.
“Come se le risorse finanziarie e gli investimenti sul territorio non fossero dei bisogni impellenti, l’Amministrazione locale non segue l’iter di redazione del Masterplan per il Mezzogiorno e non ci si accorge che mentre gli altri sindaci delle Città Metropolitane siciliane, Catania e Palermo, vengono convocati dal sottosegretario De Vincenti per discutere dei progetti presentati, il sindaco di Messina resta a casa. Adesso, in modo figurativo, siamo nel Masterplan, ma per fare cosa? Per realizzare quali progetti? Li abbiamo formalmente chiesti. Abbiamo incontrato un componente della Giunta per dettagliare l’esigenza che cittadini e portatori di interessi siano consapevoli dei progetti a cui, senza alcuna consultazione, è stata attribuita priorità in termini di investimento e fabbisogno finanziario. Ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta” rivela ancora Schipani con tono disilluso. Lo scenario, definito impietoso, viene completato dalle inchieste giudiziarie che si abbattono sul consesso civico. “Andiamo al punto” continua il numero uno provinciale di Confindustria “la città di Messina va totalmente rifondata, operando una profonda revisione, che sia gestionale, ma ancor prima morale. E questo è evidente, quasi banale nella sua ovvietà. Il punto vero è chiedersi e individuare come ciò possa essere fatto. Il consiglio comunale, che, in rappresentanza dei cittadini, dovrebbe interagire con la Giunta sulle scelte per il territorio, è in buona parte delegittimato; i componenti indagati, infatti, mancano in questo momento della libertà e dell’autorevolezza necessaria ad interagire efficacemente con la Giunta. Peraltro, l’Amministrazione comunale, nonostante i proclami, resta sorda alle richieste che provengono dai vari portatori di interesse e permane assente nel dialogo“.
Da qui l’intimazione agli amministratori, per un dialogo vero e partecipato su elementi concreti. “Non si tratta di una cortesia. È un atto dovuto ai cittadini onesti che qui lavorano e resistono, che producono valore aggiunto reale e non assistito, nonostante degrado, servizi inefficienti, tassazione e burocrazia. I messinesi hanno il diritto di avere alle spalle una classe politica e dirigente, che operi con responsabilità ed abbia come priorità assoluta l’interesse del territorio“.