Noemi Smorra, un’artista a 360°, che ha coltivato la sua passione per il canto e la musica fin da piccola, ci ha parlato della sua esperienza qui a Reggio nei panni di Lucia Mondella, nell’Opera Musicale Kolossal “I Promessi Sposi”. Tanti successi, ma anche tanti progetti per il futuro: l’intervista
Un capolavoro di Michele Guardì che è in tour dal 2010, insieme a degli artisti di fama mondiale: Graziano Galatone nel ruolo di “Renzo”, Noemi Smorra in quello di “Lucia”, Vittorio Matteucci nell’ “Innominato”, Rosalia Misseri nei panni della “Monaca di Monza”, Giò Di Tonno “Don Rodrigo”, Salvatore Salvaggio “Don Abbondio”, Brunella Platania “Agnese”, Enrico D’Amore “Egidio”, il reggino Lorenzo Praticò il “Griso”. E ancora: Christian Gravina (Fra Cristoforo – Cardinale Borromeo), Chiara Luppi (Perpetua – la madre di Cecilia) e Vincenzo Caldarola (Avvocato Azzecca Garbugli – Conte Attilio).
“Sono stati giorni abbastanza particolari, considerato quello che è successo venerdì sera a Parigi. Abbiamo sentito molto la passione spirituale del pubblico, con molta attenzione dei ragazzi: c’era una grande differenza anche di ascolto da parte loro rispetto al primo giorno, molta commozione. Si è lanciato un messaggio cristiano, nel senso meno religioso del termine: pensando a quello che è successo, un testo come ‘I Promessi Sposi’ che parla di potere e di riabilitazione dal male fa capire in pieno la magia del teatro, aderisce alla contemporaneità”.
“Tanto calore. Non hanno avuto quel pudore che a volte si ha nel dimostrare il proprio consenso. Ci sentiamo un tutt’uno con il pubblico, e abbiamo ricevuto un’accoglienza spettacolare, con tanti giovani, e nonostante l’opera abbia una sua durata l’attenzione non è mai calata”.
– C’è qualcosa che accomuna la nota Lucia Mondella a Noemi? È stato facile o meno per te immedesimarti nel personaggio di cui ormai vesti i panni da 5 anni?
“All’inizio ho dovuto rileggerlo e capirlo, avevo dei ricordi superficiali, legati al mio percorso di studi, però rileggendola, mi sono accorta che ciò che mi accomuna a Lucia è il fatto di essere un persona che guarda molto alla positività nella vita, io credo fortemente negli altri, nella parte buona che può essere risvegliata in chi è avvilito dalla vita stessa. Questa fede in realtà è la fede negli esseri umani, ed io credo profondamente nell’essere umano: purtroppo viene più facile credere nel male piuttosto che nel bene. Personalmente, non mi è stato difficile credere nel bene, anche per via delle esperienze fatte nel corso della mia vita”.
– Ed a proposito della tua vita, una passione, quella per il canto e la musica, che nasce quando eri piccola, che hai coltivato e portato avanti tra esperienze televisive, teatrali, musical. In quali di questi mondi ti ritrovi di più?
“Da un anno e mezzo a questa parte, ho iniziato a lavorare come autrice in un progetto, un EP, che è una delle mie dimensioni più vere. L’idea di partire per un tour con i miei musicisti e cantare i miei brani è la cosa più genuina per me. Una volta trovato il giusto direttore artistico, poi, è stato tutto più facile”.
“Si, e tra l’altro sta avendo molto successo il videoclip del brano. Anche nel modo di cantare non troviamo più il teatrale, ma una voce semplice, la mia voce”.
– Capelli rossi, stile un po’ rock. Quanto conta per te il look, l’immagine che trasmetti in quella che è la tua identità artistica?
“E’ fondamentale per fare in modo che il pubblico ti riconosca nella moltitudine di informazioni che ogni giorno arriva alle persone. Sul palco bisogna fare scena, ci vuole una rottura, un silenzio, un’attenzione: che l’aspetto sia fisico, a patto che sia mio. Non mancherò mai di indossare un tacco, anche se mi definisco elegantemente disordinata”.
“Con il successo di questa tournée, si prospettano altre tappe non ancora in programma. Nel 2016, inoltre, uscirà un film del noto regista italiano Ruggero Deodato, di cui io sarò protagonista; in più, usciranno i primi due singoli del mio album 2016, e forse ci sarà anche quale avventura televisiva, ma non posso anticipare ancora nulla”.
Semplice, genuina, cortese: così si è mostrata telefonicamente Noemi Smorra, disponibile nel parlare di sé, della sua arte, ma anche della sua vita. Un’artista, come suddetto, a 360°, che ci ha voluto trasmettere un’ultima osservazione:
“Nonostante sia così difficile approfondire delle cose, quello che posso fare è invitare a non smettere di fare uso di teatro e di musica: ti portano pensiero, ispirazione, ti alleviano nonostante questo caos mondiale. Che non si smetta mai di fare uso di tali linguaggi”.