Parigi, la speranza che si spegne come la Tour Eiffel. Quando finirá questa mattanza?

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LaPresse/Reuters

La Tour Eiffel che si spegne, Parigi crolla in un buio pesto, la Francia sta vivendo un incubo. Insieme alla Torre si va spegnendo la speranza di chi come noi non vorrebbe più parlare di queste tragedie. Troppo dolore, troppe morti innocenti, il rumore degli spari e delle esplosioni che spezzano il fiato, che incutono terrore e sgomento. Sono passati 14 anni da quel maledetto 11 Settembre, una strage che ha segnato il cuore di tutti, adesso ci troviamo davanti al 11 Settembre Europeo.

Una città romantica paralizzata per la paura, l’esercito in strada, sembra di essere in guerra, una battaglia che non conosce la parola fine. Sette esplosioni che si susseguono, obiettivi pianificati che hanno colpito in pieno centro senza nessuno scrupolo. La preoccupazione aumenta, le testimonianze di chi ha vissuto il dramma fanno rabbrividire. Il pensiero chiaro che queste persone vogliono trasmettere è che possono colpire quando vogliono e come vogliono, le misure di sicurezza erano aumentate a dismisura suscitando un leggero ottimismo per il futuro. Adesso questi molteplici attacchi in contemporanea fanno crollare quelle piccole certezze in cui la gente aveva cominciato a credere. Non siamo più al sicuro, questa è l’unica cosa certa.

Cosa fare? Cosa pensare? È impossibile darsi una risposta, trovare una soluzione. Non è il primo attacco e non sarà l’ultimo, una mattanza che proseguirà. Il 2015 è stato l’anno orribile della Francia, da Charlie Hebdo fino ad oggi, il 13 Novembre rimarrà una delle pagine più tristi della storia. Roma, Londra e Washington, capitali minacciate da quest’uragano di violenza e terrore. Non ci resta che sperare, pregare proprio come stiamo facendo adesso per Parigi.

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