Politica: nuova energia ai poli di destra e sinistra (?)

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Dopo la saturazione del centro politico degli ultimi anni, c’è chi prova a far rinascere i limina di destra e sinistra: riusciranno i nostri eroi?

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Fresca d’un paio di giorni è la notizia che due nuovi movimenti si aggiungono all’offerta politica italiana; così, sorge spontaneo l’enigmatico quesito: che fine ha fatto il saldissimo e incrollabile bipartitismo, modellato iconicamente sull’esempio britannico (o statunitense)? Quale seguito hanno avuto i plurimi colloqui col Presidente americano Obama, nei quali si discuteva della moderna svolta politica italiana, oramai immersa in un gioco governativo tra duplici parti?

Una risposta potrebbero fornirla, in ultima battuta, Alfredo D’Attorre e Fausto Orsomarso, ultimi portabandiera di “Sinistra Italiana” e “Azione nazionale”, proposte nuove di zecca per i cittadini italiani rispettivamente desiderosi di esprimere un’alternativa alla sinistra di Matteo Renzi e nostalgici  del glorioso passato dell’ei fu “Alleanza nazionale” (a sua volta memore dell’esperienza di “MSI”).

LaPresse / Roberto Monaldo

Nonostante le sfaccettature (programmi e matrice di provenienza) siano diametralmente opposte, la punta del diamante par essere comune: allontanarsi da quel centro troppo affollato, oltremodo sfruttato e saturo di personalità, idee ed opinioni (anche contrastanti), e ripartire dal confine, dal limite esterno per dare nuova linfa vitale allo scontro (oramai per nulla bifronte) per un migliore e più giusto funzionamento dello Stato. Essere un’alternativa (a Renzi e all’attuale governo, o meno) è il grido di battaglia che unisce i due schieramenti distanti ideologicamente secoli interi.

Il dato interessante da capire, nell’ennesima filiazione partitica che ritorna alle origini della politica italiana, sarebbe l’essenza della posizione più o meno estrema che i movimenti in questione hanno in mente di assumere: spostarsi dal centro perché svuotato già dal suo carattere e ridotto a corpo senz’anima, o per farsi realmente portavoce di nuove idee rivoluzionarie, staccate da un morigerato riformismo? Riusciranno i nostri eroi a recuperare valori ed ideologie senza scadere nell’anacronismo, puntando ad essere un centro di raccolta per gli italiani stanchi dell’arcadico politically correct di Renzi e di un centrodestra troppo molle? Chissà; probabilmente, la domanda focale sarebbe di ben diversa natura: credono ancora gli italiani nelle ideologie politiche, o scelgono (se scelgono) la guida del Paese come se stessero giocando a mosca cieca o pigiando svogliatamente i numeri del televoto di Miss Italia, comodamente seduti sulla poltrona di casa? Ai posteri del 2017 (o forse prima) l’ardua sentenza.

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