Reggio e Messina, il flop delle università: studenti in fuga dallo Stretto, dramma di due città in agonia [DATI]

StrettoWeb

I dati forniti dal Sole24Ore sul calo delle immatricolazioni nelle due Università dello Stretto raccontano un dramma culturale che è lo specchio dell’agonia di Reggio e Messina

Studenti in fuga dallo Stretto: i dati pubblicati dal Sole 24 Ore sono eloquenti e raccontano la crisi dei due atenei di Messina e Reggio Calabria, specchio di due città in agonia. L’analisi dell’autorevole quotidiano politico, economico e finanziario parte dai dati dell’anagrafe degli studenti del MIUR nel quinquennio 2011-2015 ed evidenzia il vero e proprio esodo di studenti dalle regioni del Sud verso gli atenei del Nord o di altri Paesi. Complessivamente in questi 5 anni le università italiane hanno perso il 6,8% di immatricolati, un calo provocato quasi esclusivamente dal flop delle università del Sud perché al Nord si registra un -0,9%, quindi il numero di iscritti si può dire che è sostanzialmente invariato.

L’ateneo dal calo più pesante è proprio quello di Reggio Calabria, l’Università Mediterranea che ha avuto un calo del 40%, record nazionale. Al secondo posto c’è l’Università Parthenope di Napoli con un -31%, al terzo l’Università di Messina con un -28,1%.

Sono dati clamorosi che raccontano una vera e propria tragedia culturale. La fuga dei cervelli non viene arginata e, anzi, diventa sempre più massiccia. A fronte di un -6,8% nazionale e di un -0,9% del Nord, l’Università di Messina perde un -28% degli iscritti e quella di Reggio ha il record assoluto con un -40%.

Come pensa, la politica che governa il territorio, di arginare questo dramma e di porre rimedi significativi ad una situazione che inevitabilmente provocherà nel corso del tempo la definitiva morte di questo territorio? A fronte della pubblicazione di questi dati si sarebbe dovuto aprire un dibattito intenso e importante in entrambe le città dello Stretto, invece nessuno ha rilevato questa situazione. Silenzio assordante da parte della politica e delle istituzioni mentre a Reggio sta scomparendo tutto, l’Enac ha certificato la scadenza della concessione per l’Aeroporto dello Stretto, Alitalia ha confermato la cancellazione del volo con Milano nonostante gli annunci trionfali del Sindaco che aveva assicurato di aver salvato il collegamento, mentre Messina è da oltre dieci giorni senz’acqua.

Proprio oggi che è iniziato il Professional Day per l’orientamento e l’inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro, ci saremmo aspettati un dibattito sulle prime pagine di tutti i giornali, interventi dei due Sindaci, dei due Presidenti della Provincia, dei due governatori Regionali e di tutti gli altri esponenti politici, istituzionali, sociali, compresi i Rettori delle Università. Invece no, silenzio assordante. Come se quel -40%, -28% per Messina, sia una cosa normale, da accettare in modo passivo. Come se l’appiattimento generale che circonda lo Stretto non possa essere in alcun modo contestato, arginato, scosso.

Noi non ci stiamo e lo vogliamo urlare. Perché la cosa peggiore non è la morte, non è la sconfitta, anche definitiva. La cosa peggiore è la resa, l’immobilismo, la rassegnazione. Si può morire, si può perdere. Ma si deve lottare. E Reggio e Messina stanno morendo senza neanche lottare, forse senza neanche rendersene conto, facendosi passare addosso qualsiasi cosa come se nulla fosse, come se tutto fosse normale. Ma qui c’è in gioco il futuro, un futuro che non può essere così buio per il semplice fatto che quando una comunità arriva al punto in cui non ha più nulla da perdere, proprio in quel momento deve guardarsi dentro, darsi una scossa ed esaltare le proprie doti. E Reggio e Messina di risorse ne hanno eccome, basta mettere in moto i cervelli e usarli per rilanciare questo territorio incastonato in un luogo magico e unico al mondo, ma oggi depresso come pochi altri Paesi considerati poveri e sottosviluppati.

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