Terrorismo: Putin ordina lo sgombero dei 40.000 turisti russi in Egitto, ci vorrà un mese

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Sono 40 mila i turisti russi presenti in Egitto da sgombrare, in base all’ordine del presidente russo Vladimir Putin. La associazione Turpomosh, che raggruppa i principali tour operator russi, ha fatto sapere attraverso un suo rappresentante che al momento “il numero stimato di turisti che sono lì, è nell’ordine di 40 mila”. Il periodo dell’anno è considerato festivo da Mosca poichè coincide con la festa e il lungo ponte del 4 novembre, quando si celebra la giornata dell’Unità nazionale. Inoltre la crisi aveva fatto optare in massa i turisti russi per la destinazione egiziana, più a buon mercato di altre. La decisione di Putin è seguita alle raccomandazioni dei Servizi di Sicurezza Federali russi (Fsb) che hanno chiesto al presidente di sospendere i collegamenti aerei con il Sinai, dove il 31 ottobre si è verificata la tragedia con il più alto numero di vittime della storia russa. L’Airbus A321 in volo da Sharm el Sheikh a San Pietroburgo si è schiantato nel Sinai dopo circa 20 minuti di volo. Il Metrojet era da poco partito quando è precipitato, sabato scorso, con 224 persone a bordo. La maggior parte delle vittime era russa. A bordo erano 217 passeggeri e sette membri dell’equipaggio. Sono tutti morti. Sin dall’inizio la stessa destinazione del velivolo (Pietroburgo, la città di Putin), nonchè la vicinanza temporale ai raid aerei russi anti Isis sulla Siria e anche le minacce del Califfato nero contro Mosca e Putin, avevano fatto pensare a un attentato. Ma la Russia continua a citare l’ipotesi di un attentato dell’Isis come una delle tante possibilità, anzi il Cremlino ha definito l’eventualità di una bomba a bordo come una “congettura”. Tale versione è stata inoltre negata categoricamente dalle autorità egiziane, ma è attivamente sostenuta da Stati Uniti e Gran Bretagna. I servizi di intelligence di questi Paesi dicono di avere intercettato trasmissioni radio sulla preparazione di un attacco terroristico sull’A321.

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