Da Reggio a Rometta, il Sud riscopre la bellezza delle proprie strade grazie alle vibrazioni natalizie. In città qualcosa non va per il verso giusto: l’iniziativa è affidata ai privati che spesso vengono osteggiati. Così anche quest’anno ci tocca il Natale in bolletta, a dispetto delle tasse pagate
A Milazzo la “Città Natale” è stata inaugurata sabato scorso: il programma degli eventi è ricco, l’entusiasmo montante e ci sono tanti elfi che accolgono i più piccoli. Rometta suona il medesimo spartito: c’è un mercatino luccicante fatto di prodotti artigianali e di piccole casette in legno, dove i commercianti possono esporre la propria mercanzia tentando di attirare la clientela. Qui, se possibile, lo stile è più ricercato: c’è perfino uno zampognaro, Francesco Venuto, addetto alla melodia natalizia e in ossequio alla solidarietà non manca lo stand sulla fibrosi cistica. Oltremare, a Reggio, il Corso Garibaldi regala scenari pittoreschi e suggestivi: la città, come testimoniano gli scatti del nostro Salvatore Dato, è addobbata a festa, fra luminarie colorate e musica in filodiffusione. Insomma il Natale è sbarcato al Sud. Oddio, non proprio in tutto il Sud: Messina, infatti, sembra una zona franca, una terra di mezzo dove neppure la voglia dei privati di mettersi in gioco viene tenuta in debita considerazione.
Vi abbiamo raccontato, la scorsa settimana, l’insulsa polemica attorno alle luci collocate su presidi di fortuna: ragioni di pubblica incolumità hanno spinto la Municipale a intervenire. Tutto giusto, per carità, gli agenti seguono precisi dettami normativi, ma l’utilità di emettere un verbale nei confronti degli esercenti che avevano tentato di abbellire la pubblica via lascia alquanto perplessi. Non bastava un monito meno minaccioso?
Le lodevoli iniziative non solo non sono coordinate in un progetto onnicomprensivo, spesso vengono osteggiate e ci vuole uno sforzo titanico, accompagnato da una pazienza infinita, per imbastire qualcosa. Uno scenario che si ripete mestamente, basta volgere lo sguardo al 2014 per ricordare il campionario d’idiozie sciorinate attorno a un albero di metallo oggettivamente brutto, prima collocato nel cuore di Cairoli, poi rimosso e spedito all’isolato 13 dopo il chiacchiericcio in sede consiliare.
Domenica 20 gli Invisibili, nella piazza appena menzionata, tenteranno di allietare i bambini travestendosi da stretti collaboratori di Babbo Natale. Addiopizzo, da par suo, rilancia il “Pago chi non paga“, invitando i consumatori a comprare marmellate, vini, olio, pasta e prodotti biologici da aziende che rifiutano di scendere a patti con la criminalità. La Cartour inscena dei concerti sullo Stretto, il cui ricavato andrà a Save The Children. Infine c’è la Confcommercio, l’unica sigla che mostra una propensione alla resistenza civica apprezzabile: dalla festa dell’accensione (prevista per l’Immacolata) all’inaugurazione degli sconti (con un concerto di musica sinfonica il 2 gennaio), il calendario è ricco di eventi. Ma si tratta, per l’appunto, d’iniziative spontanee che valorizzano la città non in virtù della regia di Palazzo Zanca, bensì malgrado l’inerzia del Comune.
E allora vale la pena riflettere su dove vanno a finire i nostri soldi, perché oltre ad essere nella blacklist del Sole24ore quanto a indici di vivibilità, siamo anche fra le città più tartassate d’Italia, almeno stando ai dati diffusi nel 2015 dalla Cgia di Mestre.
D’accordo, per carità, abbiamo un debito che ci obbliga a stringere la cinghia, ma qui il problema non è quanta spesa dobbiamo destinare ad attività futili, ma come possiamo distribuire meglio le poche risorse a disposizione per garantire alla città un’immagine presentabile durante le festività. Lo sfortunato crocierista costretto a far tappa a Messina non soltanto dovrebbe spingersi in una maratona a piedi, basata probabilmente su Google Map, per vedere il centro cittadino, ma dovrebbe anche fare i conti con una città che ha la sindrome del Grinch, dove le polemiche si snodano attorno ad un’isola pedonale che non viene accolta a braccia aperte ma osteggiata per futili motivi.
Così un provvedimento di viabilità ordinaria diventa il pretesto per non far nulla: da un lato l’Amministrazione si ritira in sordina per l’opposizione manifesta di alcuni zelanti esercenti, dall’altro, in Consiglio, le opposizioni rivelano la propria natura di entità astratta che aspetta l’arrivo del Bambinello per manifestarsi. Intanto ci tocca il solito Natale al risparmio dove il Municipio, più che essere una sede istituzionale, somiglia a un gigantesco Discount.