Messina, troppa confusione sul Masterplan: la Cisl all’attacco

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Sovrapposizione e carenza di progettualità finiscono nel mirino del segretario Genovese. Mimmo Milazzo rincara la dose e allarga le responsabilità: “Crocetta ha barattato male l’autonomia siciliana”

«Il problema è che si continua a navigare a vista, si lavora per il tempo contingente, invece di costruire le condizioni affinché ci sia un futuro per questo territorio». Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina, non nasconde tutta la sua preoccupazione nella relazione all’Esecutivo provinciale tenutosi questo pomeriggio alla presenza del segretario generale Cisl Sicilia Mimmo Milazzo.

«Siamo fortemente preoccupati – ha spiegato Genovese – perché questo territorio continua a languire, continua ad arretrare sul piano economico e sociale e non ci sono iniziative o spinte da parte di chi ha responsabilità amministrative e politiche per costruire un futuro che possa dare opportunità di lavoro e determinare una crescita economica».

Tonino Genovese non nasconde il riferimento al tema caldo del momento, quello dei progetti legati al Masterplan per il Sud. «Ma non solo – ha sottolineato – il riferimento è anche alle scelte dell’Amministrazione sul bilancio pluriennale, alla mancata realizzazione delle opere pubbliche, alla confusione, alla sovrapposizione e soprattutto alla carenza di una progettualità territoriale. C’è uno scollegamento tra le richieste formulate sulle opere di immediata cantierabilità tra la città di Messina e quello che, invece, è il bisogno di un territorio vasto come tutta la provincia. Vi sono contrapposizioni o conflittualità di visione tra i sindaci della provincia e gli amministratori della città di Messina. Vi sono poi scelte che vengono operate dalla Regione Sicilia non allineate e coordinate con le scelte del territorio. Il rischio è che si realizzino opere non in funzione di uno sviluppo territoriale ma che sono solo il frutto o di una visione localistica o di interessi di parte».

Il segretario generale della Cisl Messina ha messo in evidenza come i problemi di bilancio e di crescita economica, le contrapposizioni politiche e di scelte e il mancato coordinamento danno nessuna prospettiva per il futuro.

«Intanto – ha detto Genovese – gli altri territori, pur nella complessità di una difficile condizione economica, si stanno organizzando e sono pronti ad affrontare il futuro. Messina, invece, paga le carenze dal punto di vista amministrativo e politico insieme all’inconsistenza del territorio dal punto di vista economico, industriale e degli investimenti, all’arretramento sul piano formativo e dell’istruzione stanno mettendo i prodomi per una condizione sempre peggiore e che costringere alla fuga dal territorio o, nella peggiore delle ipotesi, a vivere una condizione di forte degrado economico, sociale e urbano».

Il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, ha invece posto l’accento sulla situazione politico-sociale della Regione. “Siamo in una fase molto complicata della vita politica siciliana – ha detto Milazzo – Il Governatore Crocetta ha barattato male l’autonomia siciliana, l’accordo sottoscritto con il Ministero dell’Economia ha comportato e comporterà danni considerevoli nei confronti delle casse regionali. Quell’accordo ha sbloccato solo 500 milioni di liquidità rinunciando al contenzioso che la Regione poteva portare avanti e che frutterebbe oltre 4,5 miliardi di risorse finanziarie. Noi riteniamo indispensabile che l’Assemblea regionale con il suo Presidente intervenga con i vertici istituzionali dello Stato per raggiungere un accordo reale in funzione delle competenze finanziarie e fiscali della Regione siciliana che vanno chiuse per definire un assetto organico delle finanze regionali. Non si può continuare, annualmente, a fine anno, la corsa a Roma per elemosinare il dovuto. È una questione anche di dignità – ha concluso Milazzo – ci auguriamo che ci sia un sussulto e si proceda celermente ad erogare le risorse finanziarie dovute per quest’anno per consentire anche all’Assemblea regionale di varare la legge di stabilità regionale. Ma è necessario pianificare con forte determinazione l’accordo tra Stato e Regione attraverso la commissione paritetica in tempi brevi e certi».

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