Reggio Calabria ultima in Italia nell’elenco delle 110 Province italiane per qualità della vita
Reggio Calabria e’ fanalino di coda nella tradizionale indagine sulla ‘Qualita’ della vita’ del Sole 24 Ore, giunta alla 26esima edizione, che ogni anno mette a confronto la vivibilita’ nelle province italiane attraverso dati statistici. La citta’ in riva allo Stretto ha i piazzamenti peggiori nelle tre macroaree ‘Tenore di vita’, ‘Affari e lavoro’, ‘Servizi Ambiente e Salute’: alta e’ infatti la quota degli impieghi a rischio (36 percento), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2 percento), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2 percento dell`utenza), pessimo il voto di Legambiente. Male anche le altre province calabresi: Cosenza 98esima, Crotone 89esima e Catanzaro 100esima. Poco distante dalla provincia al di la’ dello Stretto, Messina (104esima). La top ten e’ occupata dai centri del Nord e del Centro, di piccole o medie dimensioni (salvo il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situate lungo l`arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta). Quella di Bolzano e’ per la quinta volta la provincia italiana dove si vive meglio.
LA CLASSIFICA – Per la quinta volta quella di Bolzano e’ la provincia in cui si vive meglio in Italia secondo la stima annuale compilata dal Sole24Ore sulla “Qualita’ della vita”. Un successo accompagnato dal terzo posto ottenuto dalla pronvicia di Trento. Ma la sorpresa di quest’anno, si legge nella sintesi dei risultati, “e’ il secondo posto di una grande provincia, Milano. Nella parte bassa della pagella finale si trova invece una concentrazione di centri del Mezzogiorno, con Reggio Calabria sull’ultimo gradino, Vibo Valentia al penultimo e statisticamente poco distante dalla provincia al di la’ dello Stretto, Messina (104esima). Anche quest’anno l’indagine del Sole 24 Ore si snoda attraverso sei aree tematiche (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero) per un totale di 36 indicatori con relative classifiche parziali, di tappa e finali. Tra le novita’ metodologiche il fatto che le province considerate siano salite da 107 a 110, vista la disponibilita’ di dati statistici anche per Bat, Fermo e Monza Brianza”. Bolzano – gia’ sul piu’ alto gradino del podio nel 1995, 2001, 2010 e 2012 – vince per le buone prestazioni “nelle prime due macroaree Tenore di vita e Affari e lavoro eccelle ad esempio nel tasso di occupazione (71% contro una media del 56%), nella quota di crediti in sofferenza (solo 5,7%, ossia meno di un terzo rispetto al valore medio), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in piu’ della media). Buoni risultati anche in Popolazione, in particola per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita e nel Tempo libero, dove e’ prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri. All’estremita’ opposta, Reggio Calabria ha i piazzamenti peggiori nelle tre macroaree Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi Ambiente e Salute: alta e’ infatti la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2%), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’utenza), pessimo il voto di Legambiente.
LE VITTORIE DI TAPPA – La ricerca attribuisce un primato anche per ciascuno dei sei capitoli dell’indagine: cosi’ in Tenore di vita abbiamo Milano come capolista, in Affari e lavoro al top c’e’ Prato, per Servizi Ambiente e Salute la piu’ efficiente risulta Monza e Brianza, nel capitolo demografico svetta Olbia Tempio, in Ordine pubblico la piu’ tranquilla risulta Nuoro e nel Tempo Libero infine Rimini.
IL CASO MILANO, LA TOP TEN, NORD E SUD – Quanto al secondo posto di Milano (era 8? nel 2014), e’ guadagnato soprattutto grazie agli indicatori del benessere (pensioni, Pil), dei servizi e delle opportunita’ di svago, mentre meno bene va sul fronte della sicurezza (trend che comunque coinvolge tutti i centri piu’ grandi o ad alta attrazione economica o turistica). L’eterna rivale Roma quest’anno scende al 16? posto, arretrando di quattro posizioni rispetto al 12? posto del 2014. La Top Ten e’ occupata dai centri del Nord e del Centro (con l’aggiunta di Olbia-Tempio), di piccole o medie dimensioni (salvo appunto il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situate lungo l’arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta). Tra le regioni piu’ rappresentate in Top Ten, oltre alla Lombardia con Milano e Sondrio, anche la Toscana con il capoluogo Firenze che mette a segno un notevole miglioramento, salendo al quarto posto dal 16° del 2014 e con Siena stabile (nona come nel 2014). Nella parte finale si concentrano invece le province del Mezzogiorno, restituendoci l’immancabile fotografia di un’Italia tagliata in due. Le province piu’ in difficolta’ delle altre aree territoriali sono, per il Centro, Frosinone (84°) e, per il Nord, Asti (75°).