L’imprenditore è risultato essere un soggetto contiguo alla ‘ndrangheta, ed in particolare alla cosca PESCE di Rosarno, egemone nella Piana di Gioia Tauro, con importanti e radicate ramificazioni operative su tutto il territorio nazionale ed estero
Tale provvedimento rappresenta l’epilogo dell’articolata e capillare attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria – G.I.C.O. di Reggio Calabria, che ha permesso di accertare un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e il patrimonio a disposizione, direttamente o indirettamente, dell’imprenditore che è risultato essere un soggetto contiguo al sodalizio criminale ‘ndranghetistico noto come cosca PESCE di Rosarno, egemone nella Piana di Gioia Tauro, con importanti e radicate ramificazioni operative su tutto il territorio nazionale ed estero.
Le indagini hanno consentito di ricondurre le predette società di autotrasporto – di cui FORTUGNO Domenico, sebbene non ne fosse il titolare formale, ne era di fatto il dominus – nel genus dell’impresa mafiosa.
Infatti, le stesse rappresentano una realtà aziendale il cui avvio e consolidamento è stato agevolato e sostenuto fin dall’inizio dalla cosca PESCE che dominava incontrastata il territorio di riferimento.
Ciò ha trovato riscontro, innanzitutto, nelle dichiarazioni rese dalla collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina la quale ha evidenziato come FORTUGNO, dopo aver contratto matrimonio con la cugina del boss “u testuni” PESCE Francesco (classe 1978), si fosse riconvertito da soggetto dedito alle rapine a imprenditore in ascesa nel settore dei trasporti costituendo e dirigendo le citate società, pur non disponendo di risorse finanziarie.
Gli elementi probatori così raccolti hanno consentito di delineare un circuito perverso di illecite cointeressenze tra il FORTUGNO Domenico e il boss “u testuni” il quale, oltre a “sistemare” il cugino acquisito anche finanziando l’avvio delle sue attività imprenditoriali, ha utilizzato tali società per riciclare i capitali provento delle attività delittuose della cosca PESCE, come, del resto, acclarato dal sequestro presso i locali della “MEDMA TRANS S.A.S.”, al piano terra del fabbricato adibito ad abitazione di FORTUGNO, della somma di 91.000 euro in contanti. In particolare, tale denaro era occultato all’interno di confezioni di plastica sottovuoto nascoste nelle scatole di derivazione dell’impianto di illuminazione e del quadro elettrico del garage magazzino.
In esecuzione del Decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria sono stati, quindi, confiscati i seguenti beni (già in sequestro):
- quote sociali e patrimonio aziendale (comprensivo dei conti correnti) di “CALABRIA TRASPORTI S.A.S.” di FABRIZIO Giuseppe & Co., con sede legale in Rosarno;
- quote sociali e patrimonio aziendale (comprensivo dei conti correnti) di “MEDMA TRANS S.A.S.” di FORTUGNO Demetrio & Co., con sede legale in Rosarno;
- quote del Fondo BNL assetto comfort intestato a SPATARO Maria Grazia.
Conclusivamente il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha proceduto alla confisca di n. 2 società nonché di quote di un fondo comune di investimento mobiliare, il tutto per un valore stimato pari a oltre 2,2 milioni di euro.