Reggio, tutti i dettagli sull’operazione Saggio Compagno dei Carabinieri che ha portato all’arresto di 36 persone nelle prime ore della giornata odierna
Stamattina tra le province di Reggio Calabria, Roma, Verbania e Vibo Valentia una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio ha eseguito 37 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti presunti appartenenti alla ‘ndrangheta. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, che ha anche disposto numerose perquisizioni. L’operazione “SAGGIO COMPAGNO” è stata così denominata in quanto trae origine dall’appellativo con cui il principale indagato, LADINI Giuseppe, si rivolgeva al suo più fidato sodale, TIGANI Leonardo.
L’indagine è stata avviata nel novembre 2013 dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, sulla base di alcuni sviluppi dell’operazione “Vittorio Veneto” (conclusa nell’estate dello stesso anno), che già a suo tempo aveva permesso di trarre in arresto in Cinquefrondi 8 persone responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e violazioni in materia di armi. Tra questi figurava infatti anche IERANÒ Rocco Francesco cl. ‘72, personaggio di indiscussa valenza nell’ambito della ‘ndrangheta cinquefrondese (cui era attribuita la carica del “Vangelo”), che dopo aver inizialmente tentato invano di sottrarsi alla cattura nell’estate 2013, aveva poi intrapreso anche un percorso di collaborazione con la giustizia.
L’attività investigativa ha quindi consentito di:
— ricostruire e disarticolare la composizione (anche nella sua evoluzione a seguito della menzionata operazione di p.g.) della “locale” di Cinquefrondi, che storicamente imperversa nell’omonimo centro ed in quello limitrofo di Anoia (RC);
— riscontrare le attività illecite del sodalizio che, dopo l’arresto di IERANÒ, faceva capo a LADINI Giuseppe cl. ’78, già noto per i suoi precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ricettazione e riciclaggio.
- Primi riscontri della presente indagine erano già stati, tra marzo ed aprile 2014:
— l’arresto di complessive 8 persone (BRUZZESE Antonella cl. ’82, moglie di LADINI Giuseppe, BRUZZESE Lorenzo cl. ‘82, PAPALUCA Emanuele cl. ’91, TIGANI Leonardo cl. ‘83, RACO Antonio cl. ’86 e VALERIOTI Antonio cl. ’64), a carico delle quali erano già emersi evidenti responsabilità in merito al traffico di armi: tra questi vi erano infatti anche lo stesso LADINI Giuseppe, che aveva manifestato la propria intenzione di rendersi irreperibile per il sospetto di essere monitorato dalle Forze di Polizia, oltre che CREA Ettore cl. ‘72, personaggio contiguo all’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Rizziconi, che è stato trovato in possesso di un fucile mitragliatore di provenienza illecita acquistato da LADINI Giuseppe;
— il sequestro di numerose armi e munizioni da guerra e comuni, oltre che di un chilogrammo di cocaina, rinvenuti in un rudere abbandonato prospiciente all’abitazione di LADINI Giuseppe, che quest’ultimo, unitamente ai suoi sodali, utilizzava come deposito per tutto il materiale smerciato nel corso delle sue contrattazione illecite.
Le articolate attività tecniche compiute prima, durante e dopo i predetti arresti, unite poi agli innumerevoli riscontri eseguiti sul territorio ed agli approfondimenti investigativi del caso, hanno poi permesso di accertare che LADINI Giuseppe, benché sottoposto a detenzione domiciliare anche per reati in materia di criminalità organizzata, avvalendosi innanzitutto della stretta collaborazione morale e materiale di tutto il suo nucleo familiare, ed in particolare della moglie BRUZZESE Antonella e del figlio minore:
- aveva costituito di fatto e stava consolidando a Cinquefrondi (RC) una nuova articolazione della ‘ndrangheta sotto la sua guida, cui facevano capo gli appartenenti alle preesistenti cosche “LADINI”, “PETULLÀ” e “FORIGLIO”;
- intratteneva presso la propria abitazione, con evidente disinvoltura e padronanza, tutta una serie di rapporti con numerosi pregiudicati, facenti capo non solo al contesto delinquenziale di Cinquefrondi, ma anche ad altre aree della Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, dando quindi prova della sua caratura criminale e dell’importanza del sodalizio che faceva capo alla sua persona;
- nell’ambito di tali rapporti, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, esercitava un vero e proprio controllo del territorio, sfruttando le risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi e stupefacenti, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, con riferimento anche al settore degli appalti boschivi.
A conclusione della predetta attività, alla prime luci dell’alba di oggi, in questa Provincia ed in quelle di Roma, Verbania e Vibo Valentia, i Carabinieri del Comando Provinciale CC di Reggio Calabria, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, hanno quindi dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nell’ambito del quale sono state:
— tratte in arresto 36 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso (TRIPODI Costantino cl. ‘45, già capo della locale di Cinquefrondi, IERACE Michele cl. ’58, PETULLÀ Antonio cl. ‘49, NAPOLI Antonio cl. ‘57, NAPOLI Saverio cl. ’64, IANNIZZI Rocco cl. ‘71, ZANGARI Vincenzo cl. ‘73, IERACE Orazio cl. ‘78, IERACE Michele cl. ’91, BRUZZESE Raffaele cl. ‘52, LADINI Domenico cl. ‘55, FONTI Renato cl. ‘64, PRIMERANO Girolamo cl. ‘74, MIGLIACCIO Gaetano cl. ‘77, PORCARO Fabio cl. ‘76, MONTELEONE Maurizio cl. ‘74, PETULLÀ Rocco cl. ‘66, PETULLÀ Angelo cl. ‘89, PETULLÀ Raffaele cl. ‘92, BRUZZESE Maria Polsina cl. ‘93, FORIGLIO Saverio cl. ‘63, FORIGLIO Rocco cl. ‘95, CUTURELLO Salvatore cl. ‘70, GIORGI Attilio cl. ‘84, GIORGI Francesco cl. ‘75, IANNONE Renato cl. ‘70, LAMARI Nicodemo cl. ‘58, LONGORDO Francesco cl. ‘79, NAPOLI Saverio cl. ‘85, PAPALUCA Fabio cl. ‘86, PRONESTÌ Maurizio cl. ‘75, VARACALLI Rocco cl. ‘87, VIGLIANTE Giuseppe cl. ‘86, VOMERA Michele cl. ‘91, ZAITA Pasquale cl. ‘91;
— deferire ulteriori 41 persone, in stato di libertà o comunque già detenute a seguito delle pregresse risultanze investigative;
— sono stati sottoposti a sequestro un’impresa di rifornimento carburanti, un ristorante, otto beni immobili, tra terreni e fabbricati, ventuno tra conti correnti e rapporti bancari ed una quota societaria, relativa ad un’azienda di trasporti, riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore stimato di oltre cinquecento mila euro;
— effettuate ulteriori 10 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati nel medesimo procedimento.
Nella circostanza sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 3 pistole, 2 fucili e 218 cartucce di vari calibri.
Le foto degli arrestati: