Un ricordo di Italo Falcomatà: “la sua figura storica, morale e culturale palpita ancora oggi”

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Non credo di possedere il dono della profezia se, gettando lo sguardo del pensiero nella storia, penso che questi nostri tempi saranno visti, tra qualche secolo, come tempi oscuri; Pasolini aveva visto giusto quando, ormai più di quarant’anni fa, definì la nostra epoca soggetta ad uno dei totalitarismi peggiori della storia. Epoca del pensiero unico, monopolizzato dal nuovo, unico Dio, il Denaro, con tutti i suoi templi, i suoi rituali ed i suoi ministri: le Borse, i Mercati, le Banche ed i Governi assoggettati completamente all’illogicità delle logiche speculative e proni alle loro direttive antiumane, nelle quali la Democrazia e l’Uomo sono comparse evanescenti e di mera, buona convenienza. Epoca del pensiero unico, “buonista” per carità di immagine profondamente, irrimediabilmente ipocrita; epoca dello strepito, del rumore generalizzato, degli applausi ai funerali, in una società che è divenuta assordante per impedire di pensare. Attraverso i mezzi di informazione di massa passano continuamente immagini di tragedie di vario tipo, tutte atroci. Tralasciando guerre insensate ed attentati folli, anche nelle vicende più periferiche troppo spesso, davanti ad una morte ingiusta, troppo prematura oppure eccessivamente assurda, quel buonismo suggerisce iperboli fallaci: foto e filmati riportano pubbliche dichiarazioni, scritte o urlate, secondo le quali chi se ne è andato, vittima della strada, del caso, del male diffuso sarà “sempre e per sempre” ricordato e rimarrà “sempre e per sempre” nei cuori…strano concetto del significato dell’avverbio “sempre”; chi, dopo qualche tempo, avendo partecipato in modo diretto o indiretto agli accaduti, rammenterebbe ancora un nome, un volto, una circostanza? Troppo vorticosa, la vita di oggi; troppa la pubblicità ridanciana ed ammiccante, tra una tragedia e l’altra in un mondo che disconosce lo scandalo. Eppure Italo c’è, c’è ancora nei cuori e nelle menti. C’è, a dispetto del tempo che trascorre inesorabile, nonostante la folle spirale della vita di oggi, malgrado le infinite ed assordanti forme di pubblicità del pensiero unico; c’è, a sfidare addirittura la nuova Divinità e le sue circensi manifestazioni. Sarà l’evocatività del periodo, sarà il ripetersi della stagione, sarà il profumo d’inverno; oppure, molto più probabilmente, è il ricordo di un volto indelebile, di una voce calma, di una figura invisibilmente scolpita nelle pietre, nelle strade, nel mare di Reggio; il ricordo di mille episodi, che in moltissimi ricordano, dei quali rimane l’immagine di un sorriso, di un incontro, di un dialogo, di un atto di conforto. Non c’è convenzionalità, in tutto questo; non c’è ritualismo, inutile nostalgia o abitudine. Italo Falcomatà non è un volto che sbiadisca nel tempo, che vada man mano spegnendosi come la fiammella sempre più fioca di una candela prossima alla consumazione totale della cera; la luce che promana dalla sua figura storica, morale e culturale palpita ancora, oggi più che mai. Ancora di più rifulge nel suo aspetto umano per chi, come me, ha avuto la fortuna di percorrere un tratto di strada con Lui. C’è bisogno di luce, in questi tempi oscuri avvolti dalla venefica nebbia del pensiero unico. Grazie, Italo!

Carmelo Santonocito

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