Il gruppo Franza spacca Reggio Calabria: la Caronte & Tourist presenta un progetto per ampliare il porto cittadino e consentire il traffico dei mezzi pesanti. Una proposta notificata all’Amministrazione Falcomatà, ma non avallata dal sindaco. L’opera può essere pronta in sei mesi: ecco cosa rischia Reggio
Ora, se l’intento delle istituzioni è quello di progettare l’Area Integrata, non si può non tenere in debita considerazione il deficit infrastrutturale del Comune reggino, come sostengono i vertici della società. Un deficit che ostacola i trasporti e quindi la produttività economica dei territori e degli operatori in transito. Da qui l’idea di rispolverare un collegamento marittimo diretto, realizzando preventivamente un sistema di approdo che consenta alle grandi imbarcazioni di circolare e attraccare senza complicazioni di sorta.
Non è un disegno utopico quello che stiamo descrivendo: è un progetto concreto (vedi immagini a corredo dell’articolo) che la società rappresentata da Antonino Repaci ha già presentato al Ministero dell’Ambiente per avviare la procedura di Verifica dell’Impatto Ambientale e che potrebbe essere realizzato – secondo le stime offerte dall’azienda – in appena sei mesi. L’obiettivo dichiarato è “accrescere l’accessibilità territoriale integrando e potenziando i servizi di trasporto interni alla regione“, ragionando in una logica di sviluppo settoriale che risponde – ça va sans dire – agli interessi dell’impresa.
Ma è proprio quest’ultimo passaggio a scatenare maggiori perplessità. Sì, perché se Messina – coi lavori previsti per il nuovo scalo nella zona nord – punta decisamente a estromettere dalla vita cittadina i mezzi pesanti, Reggio invece rischia di essere sommersa dagli stessi, con tutto ciò che ne consegue in termini di pericoli per la incolumità della collettività e in termini di sicurezza stradale e salubrità ambientale. Queste obiezioni, sempre presenti nel dibattito siciliano laddove l’azienda ha una forza di lobbying conclamata, sono state rispedite più volte ai mittenti dal gruppo Franza: la capacità di coordinare il lavoro degli agenti della Polizia Municipale e di stilare delle direttrici credibili per regolare il traffico all’interno del perimetro cittadino costituiscono le competenze di base che un’Amministrazione deve avere. Eppure anni d’incidenti e di pericoli sventati hanno in tal senso dimostrato che i rischi esistono eccome, e che ribaltare il paradigma scaricando sulla cosa pubblica l’onore dalla sicurezza non è un’obiezione che risponde agli interessi della collettività, in cerca semmai di prevenzione. Prova ne sia la lotta ingaggiata a colpi d’ordinanze sindacali da Renato Accorinti a inizio mandato.
Quanto alla realizzazione dei lavori, sin dal breve periodo Reggio rischierebbe un cortocircuito evidente: l’incremento del traffico, il peggioramento della componente atmosferica, l’inquinamento acustico, la distruzione del manto stradale, lo sfruttamento a oltranza del materiale di cava. Pericoli imminenti, cui la società oppone la sua ricetta:
- «Gli impatti previsti sono limitati ai tempi necessari per la realizzazione dell’intervento. Per tratti di strada non asfaltata si dovrà provvedere alla costante annaffiatura della piattaforma stradale onde ridurre la dispersione delle polveri.
- Si dovrà ridurre la velocità di circolazione dei mezzi.
- Si eviterà di far coincidere la consegna dei materiali con le ore di punta.
- Si cercherà di concentrare le attività più rumorose durante le ore in cui recano minor disturbo alla popolazione locale e applicando le regole per una corretta gestione del cantiere
- Si sceglieranno percorsi di ingresso e di uscita per i mezzi meccanici di trasporto che consentano il rapido allontanamento dei mezzi stessi dal centro abitato.
- Si installeranno schermi fonoassorbenti e fonoisolanti a ridosso delle sorgenti fisse di rumore.
- Per il materiale da cava, l’impatto sarà limitato allo sfruttamento di una risorsa naturale disponibile, seppur non rinnovabile. Inoltre, il fabbisogno di materiale da cava sarà ridotto attraverso il riutilizzo dei materiali provenienti dai dragaggi».