La normativa del gioco d’azzardo sotto la lente di ingrandimento

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I gestori ed i concessionari del settore del gioco non sono entusiasti delle novità introdotte dalla nuova Legge di Stabilità 2016: ecco i motivi del loro disappunto

Dopo il primo impatto con la nuova Legge di Stabilità 2016 e dopo i “mugugni” di concessionari e gestori, bisogna prendere atto degli effetti che che si stanno generando sul settore del gioco e soprattutto capire cosa ne pensano di questa faccenda i rappresentanti degli operatori del settore. Stando ad alcune lamentele avanzate proprio da questi ultimi, si può facilmente dedurre  che non sono per nulla ottimisti ed entusiasti delle novità introdotte. Innanzitutto, trovano incomprensibile la razionalizzazione dell’offerta di gioco, dato che con queste norme “si infierisce contro una sola offerta, quella delle slot” oltretutto lecite, mentre tutto il resto dell’illegalità “è a portata di smartphone”. Al contrario, sembrano schierati positivamente per quanto riguarda il capitolo gioco, i casinò virtuali ( la lista dei casinò online completa si trova sul sito di AAMS), ed enti locali che si definirà nella Conferenza Stato-Regioni nel prossimo mese di aprile: secondo loro infatti è stato fatto un passo in avanti dato che è da questa base che poi si potrà partire per riorganizzare tutto il mondo-gioco.

Quello che rimane ancora un “nodo ben stretto” è la presa di coscienza o la soluzione di un dubbio fondamentale: le norme sui giochi, che spaziano dai “distanziometri” alla “revisione e razionalizzazione”delle macchine, sono positive per il contrasto al diffondersi del gioco d’azzardo patologico? Bisognerebbe affrontare un vero studio scientifico che appuri l’efficacia delle normative in essere per risolvere “questo dilemma”. Altro argomento che sta a cuore ai rappresentanti del gioco è la “guerra ai totem”. Chissà, dicono, se le sanzioni previste per chi non si adegua alle normative e, quindi, offre giochi promozionali senza essere ”in regola” potranno essere seri deterrenti per stroncare definitivamente questa bieca “concorrenza sleale” nei confronti del gioco lecito?

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