L’accusa nei confronti dell’Amministrazione Accorinti è chiara: la Giunta di Messina si sarebbe mossa fuori tempo massimo, senza nemmeno effettuare le valutazioni di rito richieste dalla normativa
Non c’è soltanto uno “scandaloso e disastroso ritardo“: dietro il previsionale del 2015 si celerebbero degli evidenti vizi di forma che ne minerebbero la regolarità. A denunciare le magagne della contabilità di Palazzo Zanca sono i consiglieri del Partito Democratico Claudio Cardile, Pietro Iannello e Antonella Russo. Il riaccertamento straordinario dei residui previsto dalla normativa quale fondamentale presupposto del previsionale è stato effettuato due giorni dopo l’approvazione del rendiconto e 21 giorni dopo l’approvazione dello schema di bilancio. L’accusa all’Amministrazione è di essersi mossa fuori tempo massimo, senza neanche presentare le determine dirigenziali dei singoli dipartimenti che avrebbero dato credibilità alle valutazioni dell’esecutivo. “Sotto il profilo sostanziale – scrivono i tre esponenti consiliari in una nota – tale modus agendi è ancor più grave, poiché impedendo, nei fatti, la costituzione del fondo pluriennale vincolato, non consente l’armonizzazione dei sistemi contabili. Il fondo citato, infatti, scaturisce direttamente dal risultato del riaccertamento straordinario de quo, ed è, o meglio dovrebbe essere, la prima voce del previsionale 2015”. Alla luce di tutto ciò il Pd chiede di procedere urgentemente alla verifica dell’attendibilità e completezza dello schema di bilancio previsionale approvato dalla Giunta municipale.