Presso lo storico Hotel Miramare di Reggio Calabria, si è tenuta quest’oggi la cerimonia di consegna ai comuni calabresi dei beni confiscati alla criminalità organizzata, alla presenza delle massime rappresentanze dell’ANBSC. 84 i beni consegnati al solo comune di Reggio
Il tutto alla presenza del Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, Prefetto Umberto Postiglione, del Componente del Consiglio direttivo dell’ANBSC, il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Franco Roberti, del Presidente della Provincia dott. Giuseppe Raffa e di altre alte autorità civili, militari e religiose del territorio.
In totale, su tutto il territorio nazionale, sono ben 346 i beni immobili confiscati, più altri 95 mobili. Solo nell’area della Calabria, sono 102 beni immobili da trasferire agli enti territoriali e 12 da mantenere allo Stato per usi governativi, ovvero usi pubblici, per un totale di 114. Una raccolta di quadri è stata destinata alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria con finalità “esposizione permanente nella città di Reggio Calabria”.
Ciò, sempre come trasmette il primo cittadino di Reggio, lo si fa dotando il Comune di un regolamento unico per i beni comuni e confiscati: Reggio è la prima città in Italia ad aver avviato tale regolamento.
E la sua parte l’ha fatta e la sta facendo anche la Provincia di Reggio Calabria, rappresentata quest’oggi dal suo presidente, Giuseppe Raffa, che rimarca, tra le altre cose, l’impegno preso con Libera nella costruzione di una sartoria in aiuto alle donne in difficoltà. Anche secondo Raffa è fondamentale un risveglio culturale nella lotta alla criminalità organizzata, per la quale, a suo dire, si farebbe bene ad assicurare qui a Reggio la permanenza dell’Agenzia dei Beni Confiscati.
A detta di Postiglione, i beni tolti alla criminalità organizzata devono essere portatori di messaggi di legalità, e questo lo afferma basandosi su una sua personale riflessione in merito agli sforzi di chi lavora contro la mafia sia nelle istituzioni che nel volontariato che nelle associazioni. “Io penso – continua – che ogni aiuto serva, ma dobbiamo sapere anche indirizzare i nostri sforzi sotto il profilo della comunicazione sociale. Mi sono preso la responsabilità, sostenuto dal Consiglio Direttivo, di indirizzare gli sforzi della destinazione dei beni verso un’utilizzazione che avesse la capacità di introdurre nel sistema una nuova forma di legalità che sapevo esistere. Esiste uno Stato – esclama Postiglione – esistono delle regole, e quando le regole sono ben applicate e gestite si nota. Se noi riusciamo a trasmettere il segnale di legalità di uno Stato che esiste, che toglie i beni alla criminalità e li dà ai più poveri, intercettando i loro bisogni, allora abbiamo raggiunto un risultato importante, perché è a questa gente che dobbiamo dimostrare che esiste lo Stato. Tali segnali sono l’innesco della percezione della legalità. Su questa linea stiamo tentando di utilizzare altri momenti di particolare difficoltà delle persone per aiutarle e per far passare il messaggio: uno si rifà alla condizione delle famiglie con bambini ricoverati in centri di eccellenza; già abbiamo avviato dei protocolli e stiamo lavorando per ospitare in case, anche se non ancora definitivamente confiscate, i familiari di questi bambini, che per la maggior parte provengono dal Meridione di Italia”.
L’entusiasmo e l’impegno messi in campo dall’Agenzia sono stati evidenziati anche dal Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, il quale ricorda la funzionalità della nuova legge del Parlamento nei termini del processo garantito, che a sua detta “chiede dei tempi ragionevoli, adeguati a ciascuna procedura, a ciascun caso, a ciascuna vicenda. Anche sulla professionalità interviene la nuova legge, che deve essere adatta ad ogni caso. Per questi temi è necessaria la legge, che sarà approvata credo nell’anno in corso. Noi vogliamo dare il nostro contributo anche in termini di conoscenza, che ci deriva dalla nostra banca dati, ma anche dall’esperienza accumulata”.
Roberti parla altresì del ruolo degli Enti locali: “ho apprezzato moltissimo il programma illustrato dal sindaco Falcomatà; bisogna ricordare sempre che i beni confiscati sono una grande risorsa per il patrimonio nazionale, anche se fino ad ora sono stati gestiti quasi come un peso, ma non è così, e anche su questo la nuova legge consente aperture. L’importante è indagare, vigilare sempre sulle procedure di assegnazione dei beni, in merito a cui diversi hanno dimostrato dissenso. Se non si ha la fiducia e l’apporto dei cittadini, non si combatte la mafia, ma la fiducia ce la dobbiamo meritare. Quando lo Stato fa sul serio – chiosa Roberti – non ce n’è per nessuno! Bisogna volere veramente sconfiggere le mafie, senza rifugiarsi nella burocrazia, ed oggi forse siamo vicini alla svolta”.
- “84 beni confiscati consegnati al comune di Reggio : intervista al sindaco Falcomatà [VIDEO]
- Reggio, la cerimonia di consegna dei beni confiscati alla criminalità organizzata: l’intervento del sindaco Falcomatà [VIDEO]
- Reggio, consegna dei beni confiscati dell’ANBSC ai comuni calabresi: l’intervento del Prefetto Umberto Postiglione [PARTE 1] [VIDEO]
- Reggio, consegna dei beni confiscati dell’ANBSC ai comuni calabresi: l’intervento del Procuratore Franco Roberti [PARTE 1] [VIDEO]
- Reggio, consegna dei beni confiscati dell’ANBSC ai comuni calabresi: l’intervento del Procuratore Franco Roberti [PARTE 2] [VIDEO]