Reggio, inaugurato il Centro Civico di Archi: “per tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta” [FOTO e VIDEO]

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E’ stato inaugurato oggi il Centro Civico di Archi, un centro di aggregazione sociale sito nel quartiere di Reggio Calabria simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Tanti gli intervenuti alla cerimonia odierna, tra cittadini, autorità, forze dell’ordine e membri delle associazioni operanti sul territorio

È arrivato il giorno tanto atteso e annunciato. Si è svolta da poco la cerimonia di inaugurazione del nuovo Centro Civico di Archi “Il Seme della Speranza”, che ha potuto vedere la luce grazie allo sblocco del Decreto Reggio.

Un punto di aggregazione sociale molto forte soprattutto per i ragazzi del quartiere, in memoria di tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta. ‘Ndrangheta, un tema su cui ha recentemente dibattuto il sindaco Giuseppe Falcomatà ospite del programma televisivo “Uno Mattina”; in tale occasione, il primo cittadino di Reggio ha evidenziato la frase che è stata collocata all’entrata della nuova struttura: “la mafia è una montagna di merda”, citazione di Peppino Impastato.

Un quartiere, quello di Archi, simbolo della lotta alla criminalità, a cui viene restituito un immobile di profondo significato non solo per la cittadinanza, ma anche per le associazioni che vi operano.

Stamane, a riempire i locali del nuovo immobile, una gremita folla di persone, tra cui diversi assessori della giunta Falcomatà, consiglieri provinciali, rappresentanti delle forze dell’ordine. Tra il pubblico, anche Mimmo Praticò, presidente dell’ASD Reggio Calabria, il prefetto Sammartino, il questore Grassi, Adriana Musella, presidente del Coordinamento Antimafia Riferimenti, i bambini dell’Istituto Comprensivo Falcomatà-Archi, tra cui alcuni membri del baby consiglio comunale, il sindaco Giuseppe Chirico e l’assessore alla legalità e al rispetto delle regole Sofia Malara, il coro del Conservatorio F.Cilea che ha aperto l’incontro intonando l’inno di Mameli, diversi sindaci dei comuni della Città Metropolitana, i membri dell’associazione “Il Seme”, che da anni promuovono attività nel quartiere, e altri facenti parte dell’associazione “Archi Carmine non ci sta”. Altri ospiti della giornata, anche il presidente del Tribunale di Reggio, Luciano Gerardis, il rappresentante del Tribunale dei minorenni ed il sostituto procuratore Gaetano Paci.

Seduti al tavolo, il sindaco Giuseppe Falcomatà, l’assessore alla Legalità del Comune, Giovanni Muraca, l’assessore provinciale alla Legalità Eduardo Lamberti-Castronuovo, e Davide Pati, vicepresidente nazionale e responsabile beni confiscati di Libera.

Un progetto, quello del Centro Civico, che parte da Italo Falcomatà e vede la realizzazione con il figlio Giuseppe, “una struttura – riportando le parole dell’assessore Muracache vuole essere un simbolo per l’amministrazione, perché l’illegalità può essere combattuta anche con i simboli. Il compito dell’amministrazione è dare un indirizzo preciso di legalità, e al di là delle polemiche, parlare della ‘ndrangheta, dedicare le piazze alle vittime innocenti della criminalità organizzata, sono gesti importanti che la politica deve fare per educare la cittadinanza”.

“Un bene che viene restituito alla città, un tassello del mosaico che piano piano stiamo ricostruendo”, così l’assessore Lamberti-Castrunuovo, che considera la giornata odierna il “preludio” di un’altra manifestazione “simbolo” della lotta la criminalità organizzata: l’inaugurazione del Palazzo della Cultura. “Facciamo di tutto perché vinca la cultura”, chiosa l’assessore provinciale alla Legalità.

Non poteva di certo mancare oggi, come non è mai mancato nel corso degli anni, il mondo dell’associazionismo: Natale Rodà, rappresentante dell’associazione “Archi Carmine non ci sta” ha voluto ribadire l’esempio che l’associazione “Il Seme” ha dato nel far fiorire un progetto come quello del Centro Civico, tramite un’opera volontaria delle sorelle che da anni operano per migliorare la vita del quartiere, per dare una speranza. “Un bel seme quello di oggi – dichiara Rodà – che spero possa crescere”.

Intervento dopo intervento, si è voluto ribadire l’importanza di un “seme” di speranza, quale è il Centro Civico, in un territorio come quello di Archi, fatto di molta gente volenterosa e per bene, un territorio da cui porta i saluti a nome di don Luigi Ciotti, Davide Pati: “Don Luigi Ciotti – dice – ieri a Catanzaro ha ricordato Don Italo Calabrò, un grande uomo di chiesa di Reggio. Io incomincio proprio con le parole di Don Italo, pronunciate nel 1989 per la Pace: ‘avete invitato tutti a salvare l’ambiente perché ci si sia un domani migliore, ma non tutto è degrado […] Ad Archi ci sono persone di buona volontà che vogliono costruire un mondo migliore’”.

Un mondo che non può e non deve dimenticare le vittime innocenti della mafia; e ne ricorda alcune, Davide Pati: il piccolo Cocò, tutte le vittime innocenti ferite anche ad Archi, Lea e Denise Garofalo, “che ha avuto il coraggio della denuncia”. Il prossimo 21 marzo, lo annuncia Pati, ci sarà un raduno a Messina per dare memoria a tutte le vittime innocenti. E proprio in riferimento a queste ultime, Davide Pati ha voluto ricordare le parole di Paolo Borsellino pronunciate a pochi giorni dalla strage di Capaci: “sono morti per tutti noi le vittime innocenti della mafia, sono morti anche per gli ingiusti. Abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente, raccogliendo in pieno questa gravosa ma bellissima eredità di spirito”, proprio come si sta facendo oggi ad Archi.

A chiudere gli interventi della mattinata, prima che la struttura ed i presenti venissero benedetti e si procedesse con la visita nei locali dell’immobile, il sindaco Falcomatà, il quale ha rivolto parole di vicinanza al consigliere Arturo Bova, presidente della Commissione Antimafia della Regione Calabria, che avrebbe dovuto presenziare alla cerimonia odierna, ma a seguito dell’incendio, da parte di ignoti, della sua autovettura, non ha potuto esserci.

“È una giornata emozionante per me, per tanti motivi – esordisce il primo cittadino di Reggio – l’anno scorso qua non c’era nulla, se non un presidio di resistenza che è l’associazione ‘Il Seme’. Questo centro oggi ha il coraggio, la presunzione e la cocciutaggine di quel presidio di resistenza. In meno di 300 giorni, nei tempi previsti, abbiamo riconsegnato un cantiere alla città: non è un vanto, ma un atto dovuto. Questa città sta cambiando pelle, il volto e la credibilità. Non si sottovaluti – prosegue Falcomatàl’alto valore simbolico di intitolare il Centro Civico alle vittime innocenti di ‘ndrangheta: la legalità si combatte nelle aule di tribunale, attraverso le indagini, ma anche con avamposti di legalità per strada e sul territorio, e lo si deve fare con coraggio, senza provocazione, senza avere paura di dire le cose come stanno. Che cos’è la mafia, la ‘ndrangheta – chiosa il sindaco – se non una montagna di merda!? Questi sono i semi di cui la comunità si deve nutrire; ad ognuno di noi il compito di innaffiarli”.

Foto e video di Salvatore Dato:

 

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