Il portavoce di CapitaleMessina, Gianfranco Salmeri, attacca a testa basta la Giunta: carente perfino sulla legalità, di là dagli slogan elettorali
Nuove bacchettate all’Amministrazione comunale sull’argomento legalità, questa volta non dal Prefetto della città, il quale nel recente passato aveva più volte richiamato Accorinti al rispetto delle procedure previste dalla legge, bensì in relazione alle norme per la prevenzione della corruzione negli enti locali, sottoposte al controllo dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone.
Gianfranco Salmeri, portavoce di CapitaleMessina, cita un report dell’organizzazione indipendente “Civico97” concernente il rispetto della legalità all’interno della Pubblica Amministrazione: Messina sarebbe in fondo alla classifica dei Comuni italiani per l’adeguamento agli obblighi della normativa. Palazzo Zanca risulta largamente inadempiente nel rispetto delle procedure previste per ridurre il rischio di comportamenti illeciti all’interno della macchina burocratica.
Entrando nel dettaglio si legge che: la Relazione annuale, documento tramite cui i Responsabili della Prevenzione della Corruzione “esprimono le proprie considerazioni in merito al ruolo affidatogli e fanno il punto della situazione sullo stato di attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione“, è stata pubblicata in un formato diverso da quello previsto dall’ANAC, per cui rischia di essere invalidata. Non è stata erogata, inoltre, alcuna formazione legata al tema della prevenzione della corruzione, attività che costituisce elemento fondante della nuova legge n. 190/2012, nella quale il momento formativo diretto a sensibilizzare i dipendenti pubblici è considerato la misura piu? utile per prevenire la corruzione.
Non è stata effettuata neanche la rotazione del personale, come prevede la legge quale strategia di prevenzione della corruzione, nonostante sia acclarato che l’avvicendamento di ruoli e posizioni riduce fortemente il rischio che vengano a crearsi, tra soggetti incaricati di un ruolo amministrativo ed utenti esterni, rapporti da cui possano sorgere abusi e accordi di natura illecita.
Infine non è stato adottato il Codice di Comportamento che integra il “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” emanato dal Governo nel d.P.R. n. 62 del 2012, che ciascuna amministrazione ha il compito di elaborare, adattandolo alle proprie peculiarità. Ebbene neanche questo importante obbligo di legge è stato realizzato a palazzo Zanca.
“Sulla base di tali osservazioni – conclude Salmeri – ci rincresce constatare che l’amministrazione si conferma, ancora una volta inadempiente, anche su un tema sul quale dovrebbe mostrarsi più sensibile: la difesa della legalità non si afferma con gli slogan, ma con gli atti amministrativi“.