Messina, Accorinti vincola Zaccone: la legge gli impone di restare per 45 giorni

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In Aula, intanto, Guido Signorino viene sommerso dalle critiche: all’assessore al Bilancio viene imputata la scarsa trasparenza e l’impasse in cui versa da mesi la Giunta cittadina

Le dimissioni di Dario Zaccone, già presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di Palazzo Zanca, hanno ulteriormente acceso il dibattito sullo stato di salute complessiva dell’erario comunale. In aula sono immediatamente piovute le richieste di chiarimenti e non sono mancati accenti polemici nei confronti del vicesindaco Guido Signorino, invitato da diverse parti a rimettere il proprio mandato.

Santi Zuccarello, ex Pd ora transitato a Grande Sud, ha evidenziato il fallimento complessivo dell’azione di risanamento e trasparenza promessa dalla Giunta, ringraziando Zaccone per le toppe messe negli anni in cui ha servito l’ente. Una posizione in parte condivisa dall’ex capogruppo dem Paolo David, che ha invece chiesto all’Amministrazione come intenda muoversi nel prossimo futuro.

Il sindaco, Renato Accorinti, da par suo ha tirato in ballo in serata l’art. 235 comma 3 lettera b del Testo Unico sugli Enti Locali (267/2000), rammentando all’Aula come il mancato preavviso di Zaccone fa sì che la sua esperienza in Piazza Unione Europea debba proseguire almeno sino all’8 aprile, nel rispetto dei canonici 45 giorni previsti dalla normativa. Nel mentre l’Amministrazione, che non ha voluto commentare un atto dalla chiara natura politica espressione di disagio per l’operato della Giunta, ha chiesto agli esponenti delle forze politiche presenti nel civico consesso di agire tempestivamente per la sostituzione del presidente dell’organo, consentendo allo stesso di poter adempiere alle proprie funzioni lavorando nella pienezza della composizione.

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