Onde gravitazionali, parla lo scienziato reggino: “in Italia non torno, pochi soldi e poche opportunità”

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Salvatore Vitale è un ricercatore italiano trasferitosi al Mit di Boston, che non ha nessuna intenzione di tornare in Italia; visto che per la ricerca si investono pochi soldi e non vi è possibile di emergere

ricercatori-640x339Ho lasciato l’Italia 10 anni fa, e non ho mai fatto ricerca in Italia, quindi non sono il più qualificato per commentare, se non sulle basi delle storie di amici e colleghi. Non mi sono mai pentito di essere partito, anzi il contrario. Nel nostro paese i soldi per la ricerca sono pochi, e le condizioni per emergere sono limitate o inesistenti, da quanto vedo. Spesso si ha quasi l’impressione che lavorare sia un favore che viene concesso”. A dichiararlo è Salvatore Vitale, un ricercatore reggino, che ha contribuito alla scoperta delle onde gravitazionali e che oggi lavora al Mit di Boston, durante un’intervista all’AdnKronos. Il ricercatore decide di intervenire sulla polemica tra la ricercatrice italiana che vive in Olanda ed il ministro dell’Istruzione Giannini. ”Ho sempre visto con sospetto, e mai provato ad ottenere, i vari tentativi per portare a casa i ‘cervelli in fuga’ con qualche migliaio di euro per 2-3 anni. Non basta, quello che fa la differenza -commenta- non è solo avere uno stipendio decente, sono tutte le condizioni al contorno, che in Italia mancano”.

Il ricercatore fa l’esempio di un altro italiano, Marco Drago, che per primo ha visto l’allerta delle onde gravitazionali e si trova ad Hannover. ‘‘E’ dovuto andare via per mancanza di fondi, non per scelta. Questo, per ovvii motivi, non viene sottolineato nei giornali, o dal Ministro, o dal Presidente del Consiglio che si rallegra per la scoperta“. Del resto, ricorda lo stesso ricercatore, siamo in un paese in cui un ex ministro dell’istruzione pensava che ci fosse un tunnel per i neutrini che andava dalla Svizzera al Gran Sasso e che creò molto imbarazzo a me e ai miei colleghi italiani all’estero. “Purtroppo, o per fortuna, i ricercatori italiani sono migliori della classe che li rappresenta, o dovrebbe. Non posso quindi non condividere la frustrazione, nel mio caso abbastanza pacata visto che tornare in Italia non è fra i miei obiettivi, della ricercatrice in Olanda, se sente che il ministro si sta appropriando di meriti non propri. Il danno basta, non aggiungiamoci la beffa. I ricercatori italiani molto spesso riescono con successo ”nonostante” e ”non grazie a” chi ci governa”. Vitale ha 34 anni ed è in corsa per diventare professore in alcune università americane. ”Qui è normale. In Italia -conclude- l’ultima volta che ho controllato c’erano 6 professori sotto i 40 anni in tutto il paese”. E’ superfluo chiedere al ricercatore se ha intenzione di tornare in Italia. ”Credo immagini la risposta. Sto bene qui, non ho la minima intenzione di tornare in Italia nelle condizioni attuali”.

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