Reggio, il Museo riapre il 30 aprile: l’attesa dei cittadini in vista del grande giorno [FOTO]

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Le testimonianze di alcuni cittadini in riferimento alla prossima riapertura del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: il 30 aprile, alla presenza del Ministro Franceschini, i locali di Palazzo Piacentini torneranno ad ospitare migliaia di reperti della Regione

Quest’anno la festa del 1 maggio a Reggio Calabria avrà un sapore diverso. È di ieri l’annuncio dell’apertura definitiva e completa del Museo Archeologico Nazionale, prevista per il prossimo 30 aprile.

Il Direttore Carmelo Malacrino ha indetto una conferenza stampa incentrata proprio sulla diffusione di quella che è una notizia di elevato valore non solo per la città: l’apertura del Museo, infatti, rappresenta una conquista, un traguardo raggiunto dopo anni di lavori, sacrifici, polemiche, ritardi.

I Bronzi di Riace non saranno più soli! Al loro fianco migliaia di reperti che hanno fatto la storia della Regione, un patrimonio artistico e culturale custodito a Palazzo Piacentini, un polo attrattivo che diverrà ancora più importante e considerevole a livello nazionale ed internazionale. Non per niente, in occasione della riapertura, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini sarà in città per testimoniare e supportare il grande evento.

E di arte, di cultura, di turismo si è sempre parlato a Reggio, a volte con toni rassegnati, altre speranzosi; certo è che notizie come quella data ieri da Malacrino smuovono gli animi, soprattutto dei cittadini. E siamo andati a sentire proprio i cittadini in merito:

“Era ora – ci dicono alcuni – Speriamo sia all’altezza del tempo che abbiamo aspettato”. Altri pareri, invece, si incentrano sull’importanza della trasmissione della conoscenza, quella conoscenza di cui sono esempi diretti i Bronzi, così come tutti gli altri reperti: “Speriamo che il Museo sia di facile fruibilità, che ci siano le didascalie ed i pannelli didattici, in modo tale che si possa capire cosa si stia vedendo”.

E questo Malacrino lo ha sottolineato, confermando il fatto che si sta lavorando sul materiale didattico e sulle didascalie legate ai reperti esposti.

Aspettative, dunque, grandi aspettative: i cittadini di Reggio Calabria, e questo emerge chiaramente, tengono molto ai “tesori” della loro terra, e a chi dice il contrario una signora risponde prontamente: “tutti noi ci stringiamo intorno alla nostra storia, e siamo fieri di poter testimoniare quello che Reggio ha vissuto nel corso degli anni. Per conoscere il passato non c’è altro modo che rifarci alle fonti rimaste tutt’oggi, ed il Museo deve avere tale compito, quello di custodire e trasmettere la nostra storia”.

E la trasmissione della storia non deve certamente rimanere un fatto circoscritto, lo si capisce bene. Risale a due anni fa un’inchiesta (guarda qui) basante anche sull’afflusso dei visitatori al Museo di Reggio: allora era emerso chiaramente che i turisti entravano a Palazzo Piacenti solo ed esclusivamente per vedere i Bronzi, rimanendo delusi del fatto che non si potesse visitare nient’altro.

Nonostante, ciò, tra alti e bassi, l’afflusso al Museo, come attesta anche Malacrino, rimane ragionevolmente nella media: certamente, la riapertura definitiva porterà ancora più visitatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Sul turismo, infatti, la nostra città punta da sempre, ed è sul turismo che le speranze dei cittadini si rifanno: “Che con la riapertura del Museo l’afflusso turistico della città possa essere incrementato” – “Perché il Museo sia un polo di attrazione per far conoscere gli scavi presenti in città e provincia, da cui provengono i reperti in esso custoditi”.

Quest’ultima affermazione cala l’attenzione su un aspetto importante, legato al turismo culturale della Regione: non solo il Museo, ma anche i diversi scavi, i vari siti archeologici sparsi per la Calabria tengono alto il nome della Magra Grecia, di cui noi siamo i diretti discendenti.

Ma cultura è anche società: nel corso di questi anni, infatti, e lo ha ricordato ieri Carmelo Malacrino, il Museo si è aperto alla città, alle scuole. La stampa stessa è stata testimone della firma del Protocollo d’Intesa con il FAI per il progetto di alternanza scuola-lavoro “Apprendisti Ciceroni”; su tale scia, anche altre iniziative, tese non solo ad informare ma anche a formare le giovani generazioni e ad aprirsi ad ogni collaborazione ed aiuto fruttuoso.

“Spero in un’evoluzione, non tanto in un cambiamento, perché cambiare significa in qualche modo oltrepassare ciò che eravamo, ciò che avevamo; invece, tutti i reperti che saranno presenti nel Museo accanto ai Bronzi di Riace dovranno rappresentare una ricchezza, un’evoluzione, appunto, che racchiudano sia il presente, sia il passato (con i suoi pro ed i suoi contro), nella speranza di un futuro roseo per la Calabria”, questa un’ulteriore testimonianza di un reggino.

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