ScriviAmo “Ti Amo” all’antica: se possibile con carta e penna a lume di candela, altrimenti comunque mettendo da parte la frenesia del mondo moderno e fermandoci a riflettere i reali sentimenti nei confronti della persona che amiamo o a cui vogliamo più bene. In occasione di San Valentino, Poste Italiane e StrettoWeb hanno stretto una partnership per la valorizzazione e la riscoperta della “scrittura” e dell’uso della lettera proprio in occasione della Festa di San Valentino. Lo scopo è quello di aiutare a riscoprire il piacere di esprimere i propri sentimenti con una lettera all’antica. Quanto di più romantico ci possa essere.
Scrivete le vostre lettere d’amore o d’amicizia e inviatele all’indirizzo di posta elettronica redazione@strettoweb.com. Tra tutte le lettere che perverranno, la Redazione sceglierà le più belle e significative da pubblicare il giorno di San Valentino. Poste Italiane donerà all’autore della lettera migliore scelta dalla Redazione di StrettoWeb un kit di scrittura dedicato alla giornata. Il 14 febbraio sarà inoltre emesso un francobollo dedicato alla Festa di San Valentino.
La festa e la storia di San Valentino
Domenica sarà la festa dell’amore: per il 14 febbraio tra gli innamorati in tanti si stanno affannando nei preparativi, a volte frenetici, per celebrare con mondanità una festa dalle origini antichissime. Ancora prima di cioccolatini, rose, gioielli ed altri impensabili gadget che hanno trasformato il 14 febbraio nella sagra del consumismo, del materialismo e dell’eros sfrenato, in molti hanno dimenticato le reali origini della festa che sono da ricercare nelle leggende su San Valentino, nato a Terni nel 175 d.C. Si narra infatti che un giorno il Santo ascoltò due giovani fidanzati discutere, andando loro incontro con il volto sereno e sorridente, tenendo in mano per loro una rosa che ebbe il magico potere di calmare i due innamorati in lite. I due tornarono da lui per ricevere la benedizione per il matrimonio, proprio come aveva desiderato il Santo Vescovo. Molti vennero a conoscenza dell’accaduto, invocando la sua benedizione sulle famiglie appena nate. Un’altra leggenda dice che San Valentino permetteva a tutti i bimbi di giocare liberamente nel giardino che egli coltivava con tanto amore, affacciandosi ogni tanto dalla sua cappella per sorvegliarli. Ogni sera scendeva in giardino, accolto dalla vivacità di quei bimbi e li benediceva tutti, dando a ciascuno un fiore da portare alla loro mamma, assicurandosi che tornassero presto a casa, mostrando amore e rispetto per i loro genitori.
Si narra anche che un giovane centurione romano, Sabino, era follemente innamorato di una bella ragazza, Serapia, chiedendola in sposa. I genitori della fanciulla, dato che Sabino era pagano e loro cristiani, non erano favorevoli al matrimonio. Serapia, allora, suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo per ricevere il battesimo; cosa che egli, per amore, decise di fare. Presto però, scoprì che Serapia era affetta da una grave forma di tisi. All’arrivo del Vescovo, presso il letto della moribonda, Sabino lo supplicò di non essere separato dalla sua amata. Valentino, allora, alzò le mani verso di loro e quei due cuori furono uniti per sempre da un dolce sonno.
Si narra anche che Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall’apostolato coltivava con le proprie mani. Egli era veramente buono e permetteva ai bambini di andare a giocare lì, regalando loro un fiore da portare a casa la sera. Quando Valentino fu condannano dal re al carcere a vita, i bimbi, sentivano molto la sua mancanza ed il Santo, dal suo canto, pensava che loro non avrebbero più avuto un luogo sicuro in cui giocare. Fu allora che il Signore fece fuggire dalla gabbia del custode 2 dei piccioni viaggiatori che, guidati da un misterioso istinto, ritrovarono il carcere dove era rinchiuso il Santo. Valentino li riconobbe da dietro le sbarre della sua piccola finestra del carcere, li prese tra le mani, li accarezzò e legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto e al collo dell’altro una chiavetta. Quando i piccioni ritornarono, i bimbi e i loro familiari notarono quello che era appeso ai loro colli: la chiavetta era quella del giardino e sul biglietto c’era scritto: “A tutti i bimbi che amo… dal vostro Valentino”.
Secondo una tra le tesi più accreditate, fu il circolo diGeoffrey Chaucer a consacrare la festa di San Valentino come festa per antonomasia degli innamorati. Chaucer, nel suo poema “Parlamento degli uccelli” , associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. In ogni caso, in Francia e Inghilterra, nel Medioevo, si riteneva che a metà febbraio iniziasse l’accoppiamento degli uccelli; evento che si prestava a far consacrare il 14 febbraio come festa degli innamorati. Ma a quando risale la connotazione più commerciale della festa? Nei Paesi anglosassoni il tratto più caratteristico è lo scambio di “Valentine”, bigliettini d’amore con le sagome dei simboli dell’amore romantico (es. cuori, colomba, cupido). La più antica «Valentine» di cui si abbia traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans, allora detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Carlo si rivolge alla moglie con le parole: «Je suis déjà d’amour tanné, ma très douce Valentinée».
A metà Ottocento negli Stati Uniti tal Esther Howland iniziò a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale. Con il passare del tempo la tradizione dei biglietti amorosi divenne secondaria rispetto allo scambio di scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli. Oggi Poste Italiane vuole riprenderla con un’iniziativa romantica e lodevole a cui siamo onorati di collaborare.
Inviate le vostre lettere, riscopriamo insieme il gusto più sano e reale di questa festa dell’amore.