La riforma non convince l’associazione cittadina. Salmeri accusa: sviliscono il nostro territorio
Una subalternità che Messina non può accettare. Gianfranco Salmeri, portavoce di CapitaleMessina, torna a contestare l’accorpamento dell’autorità portuale cittadina con quella di Gioia Tauro paventando lo spettro della perdina dell’autonomia gestionale. “Non ci convincono le rassicurazioni sui vantaggi derivanti dallo sviluppo del porto di Gioia Tauro, anche alla luce della lettura del “Piano Generale dei Trasporti” di recente emanazione, e non ci piace neanche pensare che le questioni vitali per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina, riguardanti i nostri porti, le nostre banchine, l’area della cittadella fieristica, la zona falcata, non verranno decise nella nostra città, bensì in Calabria. Non ci stiamo ad arrenderci ad una ipotesi di accorpamento che, a nostro avviso svilisce la specificità dei porti messinesi e non arreca nessun vantaggio certo, bensì solo potenziali svantaggi, al nostro territorio” spiega Salmeri motivando la sua opposizione.