Il partito centrista sfida la maggioranza di cui fa parte e, con uno strappo politico, presenta il nuovo progetto di legge direttamente in Aula. Un modo per interrompere il teatrino fra Renzi e Delrio e rilanciare definitivamente l’infrastruttura strategica
Il Ponte sullo Stretto dev’essere considerato una priorità su scala europea: il gruppo parlamentare di Area Popolare è pronto a riprendere il cammino che dovrebbe portare alla realizzazione della gigantesca infrastruttura, un cammino bruscamente interrotto, secondo gli esponenti centristi, senza ragione alcuna, con motivazioni pretestuose circa la fattibilità tecnica e la sostenibilità finanziaria dell’opera. Lupi, Garofalo, Scopelliti, Pagano, Minardo, Bosco e Misuraca hanno deciso così di bypassare il Governo – impegnato in un gioco delle tre carte fra le aperture di Renzi e le chiusure del ministro competente, Graziano Delrio – e di presentare autonomamente in Aula la proposta di legge. Essa vuole rispondere alle esigenze di mobilità di cinque milioni di persone, distanti appena 1.7 miglia dalla terraferma del Vecchio Continente. Nel dispositivo illustrato in conferenza stampa, l’opportunità di realizzare una simile infrastruttura non viene messa in discussione, vieppiù considerando i protocolli di legalità già recepiti dall’Anac ed utilizzati per l’Expo.
In essi la deputazione di Area Popolare vede un incoraggiamento all’azione e non un freno. Di più: la Sicilia stessa assume le sembianze di ponte naturale fra Europa e Africa, cerniera fra Oriente ed Occidente destinata a essere una piattaforma logistica naturale e un valore aggiunto per i sistemi portuali di tutto il Mezzogiorno. La sostenibilità economica del progetto, basato al 60% sui fondi del project financig e al 40% sui contributi pubblici, non contrasterebbe – a detta di Alfano – col debito pubblico gravante sulle spalle degli italiani: il Ponte, infatti, sarebbe un investimento di lungo periodo, destinato a diventare brand esso stesso, l’equivalente della Torre Eiffel in salsa sicula-calabrese. Una manna dal cielo per le figure professionali impegnate sul campo, con l’assunzione di 4.500 unità in un periodo di forte crisi e di consolidata depressione economica. La proposta di legge, menzionando una visione “meridionalista” dello sviluppo economico del paese, punta così a recuperare il tempo perduto e a porre nuovamente in agenda la costruzione della Grande Opera per eccellenza.