E’ da poco trascorsa Pasqua, alcuni giorni dedicati alla famiglia, alle persone care, a cui sono subito seguiti diversi fatti di cronaca internazionale e locale che hanno fatto nuovamente incrementare la paura tra la gente
Come un brusco risveglio, subito dopo le giornate di festa di Pasqua e Pasquetta, siamo stati tutti catapultati subito nella realtà: dall’aereo dirottato sui cieli di Cipro, fino ai fatti di cronaca avvenuti in località a noi vicine, la paura è il sentimento che più di ogni altro fa da padrone in questi tempi. Dopo il sereno di giorni festosi, si ritorna a parlare di terrorismo, di sparatorie, di immigrazione: come un promemoria sull’agenda del mondo, che sta a ricordarci i momenti bui che si stanno vivendo.
Il mondo, l’Europa, l’Italia, la Calabria: tutti siamo coinvolti in questo girone infernale. È il giorno dopo Pasquetta, e in tutto il mondo si diffonde la notizia di un possibile attentatore a bordo di un aereo Egyptair di tipo Airbus 320 con 81 passeggeri a bordo, dirottato poi verso Cipro. La paura di un ulteriore attentato, un italiano a bordo, altre vite in pericolo; il clima di festa è stato di colpo interrotto da una triste notizia, poi fortunatamente smorzata da un aggiornamento: non si tratta di un terrorista, ma di un di uomo definito “psicologicamente instabile”, che dopo le lunghe trattative tese a liberare gli ostaggi, è stato arrestato. Passa, dunque, la paura del terrorismo, ma si insinua un clima di tensione e riflessione: sulla base di una minaccia globale, si è portato avanti un gesto folle, che sarebbe potuto sfociare nell’ennesima strage; un sospiro di sollievo subito dopo appesantito da un’amara consapevolezza.
Da lì a poco anche qui in Calabria, vicino Reggio, ulteriori attimi di paura: sparatoria a Gallina, un noto imprenditore ferito a colpi d’arma da fuoco. Si ritorna a parlare di far west nel bel mezzo di strade da noi reggini conosciute, tra persone che probabilmente incrociamo quotidianamente.
Dalla paura lontana da noi, a quella più vicina: due realtà, ma un unico sentimento dilagante. E nuovamente la festa finisce, i fatti di cronaca si succedono, si ritorna alla quotidianità in tempi più rapidi del previsto. Non ancora tornati sui banchi di scuola, poi, un’altra notizia di oggi torna a scuotere gli animi: in arrivo a Reggio oltre 700 migranti. Il secondo sbarco dell’anno, un altro con numeri importanti, numeri di persone in fuga, in cerca di speranza, tutte comunque calate all’interno del medesimo alone di paura che ricopre il mondo.
E da qui altre notizie che ormai sono diventate “la normalità”: eh si, perché parlando con la gente, sentendo i pareri divergenti delle persone che vivono vicino a noi, ma anche lontano, ciò che emerge è una inconsueta realtà: la normalità non consiste quasi più nel festeggiare tranquillamente le feste di Pasqua con amici e parenti: questo è diventato l’eccezione, contrapposta al ritorno a ciò che viene considerato il “tran tran giornaliero”, che non riguarda più le banalità di tutti i giorni, ma fatti che ormai, e purtroppo, ci si è più che abituati a sentire e a condividere.
Paura, ma anche speranza: “salve 81 vite”, “ferito, e non morto, nella sparatoria”, “che altra povera gente possa trovare rifugio sicuro”. Non sono parole nostre, ma quelle di alcuni concittadini, quegli stessi concittadini che vivono con noi il clima di paura, ma che con noi sperano, ricordandosi che solo pochi giorni fa si festeggiava, si pregava, si rideva insieme.