“Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura“. E’ questo il passaggio chiave dell’accusa dei sindacati (lo hanno firmato piu’ sigle, ma non tutte), che a quanto pare e’ stata anche presa in considerazione, visto che “Il Mattino” scrive che a Felicori sono state chieste delle spiegazioni.
Il documento si intitola “Gestione della Reggia di Caserta. Rilievi” e, oltre che al capo di gabinetto di Franceschini, e’ stato inviato anche al segretario generale del ministero dei Beni Culturali e ai responsabili della Direzione generale dei musei: Giampaolo D’Andrea, Antonia Pasqua Recchia e Ugo Soragni. Questo l’incipit: “A cinque mesi dall’insediamento del nuovo direttore della Reggia di Caserta spiace rilevare che…“. Di certo, nel mirino dei lavoratori c’e’ -oltre che gli orari da stakanovista di Felicori– anche la piccola grande “rivoluzione” che il dirigente bolognese in questi mesi ha portato a Caserta.
Alcuni dipendenti sono stati ‘spostati’, scrive ancora “Il Mattino”, ma non solo. L’obiettivo di Felicori, a cui e’ stata affidata la missione di rimodernare e riportare in auge la Reggia di Caserta, facendo crescere il numero dei visitatori e riorganizzando il servizio, sarebbe quello di arrivare a tenere aperta la struttura sette giorni su sette, ‘cancellando’ anche lo storico riposo del martedi’, giorno in cui i dipendenti stanno a casa perche’ la Reggia e’ chiusa. Dopo i primi cambiamenti di questi mesi, dunque, ne arriveranno altri. E questo non entusiasma tanti lavoratori, che gia’ ora trovano ‘scomoda’ la presenza costante di un direttore che non torna a Bologna neanche nel weekend, abituati com’erano- scrive il quotidiano napoletano- a precedenti figure che si trattenevano a Caserta il minimo indispensabile facendo la settimana corta e lasciavano l’ufficio ben prima di loro.