Messina, “figlio comprato”: piovono rinvii a giudizio

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La linea del pm avallata dal Gup. Cade, però, l’accusa di riduzione in schiavitù del minore

Il Giudice dell’Udienza Preliminare non ha avuto dubbi e ha concesso al pubblico ministero Liliana Todaro il rinvio a giudizio dei 16 indagati: è questo l’ultimo risvolto nella vicenda giudiziaria sulla presunta compravendita di un bambino rumeno a Castell’Umberto, nel messinese, vicenda che ruota attorno alla famiglia di Calogero e Lorella Conti Nibali.

Proprio loro due – insieme a Silvana Genovese, Bianca Capillo, Ugo Ciampi, Aldo Galati Rando, Nadia Gibbin, Maurizio Lucà, Placido Villari, Vito Calianno, Julieta Radulescu, Franco Galati Rando, Tindaro Calderone, Pietro Sparacino e Sebastiano Russo – dovranno rispondere nella querelle giudiziaria dei reati contestati. Ai rinviati a giudizio vengono infatti rivolte accuse di estorsione e falsi in atti pubblici, mentre l’iniziale contestazione circa la riduzione in schiavitù del minore è caduta nel corso degli accertamenti.

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