I ritardi contabili spingono il Governo ad un giro di vite: congelate le somme destinate alla città. Adesso Accorinti e Signorino devono ingranare la marcia o l’ombra di un nuovo mutuo si abbatterà su Piazza Unione Europea
Alle parole devono seguire i fatti: i buoni propositi sul bilancio non bastano più. Da Roma, infatti, sta per arrivare un colpo inatteso, o meglio preventivato a livello teorico ma senza troppa convinzione: il blocco dei trasferimenti per le spese correnti. Lo scenario è stato evocato da Saro Cucinotta di CapitaleMessina, in virtù del DL 78/2015 che concerne il congelamento delle somme destinate alle realtà locali che non rispettano le regole. “Nello scorrere l’elenco di ripartizione dei fondi alle città italiane, alla lettera M arriva la sorpresa: la somma destinata a Messina è pari ad € 0,00” ha ammonito Cucinotta, ricordando come per il Comune si profili l’ennesimo mutuo bancario con relativi interessi a carico della comunità.
Intanto il Pd, ridimensionato dopo la scissione dei genovesiani approdati nella nuova Forza Italia di Miccichè, dopo aver riproposto la mozione di sfiducia nei confronti della Giunta torna alla carica chiedendo l’esatta indicazione dei debiti fuori bilancio e dei disavanzi dell’esercizio 2015. Il Comune, sostiene la rappresentanza consiliare dem, versa in condizioni di assoluta precarietà e la condotta dell’Amministrazione cittadina non sembra in linea con le esigenze politiche della comunità.
Proprio sul versante del governo cittadino, il segretario generale del Comune, Antonio Le Donne, ha tentato di calmare le acque spiegando che la rimodulazione del piano di riequilibrio, lo schema di bilancio del triennio 2015-2017 e il rendiconto dell’anno passato saranno presentati entro fine maggio, nell’ultima settimana del mese. Una corsa contro il tempo che ha una deadline ufficiale, sebbene quella reale – fissata per il 31 dicembre, almeno per il consuntivo – sia stata elusa senza troppe preoccupazioni.