Messina, sfiducia in fumo: Accorinti in sella e le opposizioni si sciolgono

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Il momento della verità non arriva mai: Abbate saluta i Dr, l’Udc si defila, Forza Italia dice no al commissariamento. Così il sindaco resta al suo posto

Un’opera dei pupi: è forse questa la migliore rappresentazione per dipingere il caos attorno alla mozione di sfiducia nei confronti della Giunta Accorinti, una mozione perennemente paventata ma mai davvero discussa nel merito, mai posta all’ordine del giorno in sede consiliare.

Questa volta gli indizi affinché il percorso di crisi dell’Amministrazione fosse intrapreso c’erano tutti: il Pd aveva aperto al confronto con Dr e Udc, sebbene – rispetto ad inizio legislatura – la componente dem di Palazzo Zanca abbia numeri decisamente ridotti stante lo scisma a destra dei genovesiani. Eppure la proposta sembrava concreta: sedici firme per un nuovo equilibrio.

Nulla da fare: il primo a manifestare il proprio dissenso rispetto ai desiderata dell’opposizione è stato Carlo Abbate, che ha salutato Picciolo e i colleghi di Sicilia Futura per riparare nel Gruppo Misto e manifestare così la sua contrarietà al quarto commissariamento della città dal 2003. “Una politica così concepita è incapace di assolvere al suo compito di organizzare il bene comune” ha affermato Abbate quale commiato dalla forza che l’aveva ospitato e portato in auge sugli scranni di Palazzo Zanca. Un’obiezione, quella dell’ex Dr, che non è piaciuta ai vecchi sodali: e se il coordinatore cittadino, Salvo Versaci, ha manifestato perplessità sugli eventuali limiti imposti alla libera coscienza di Abbate, ricordando come la famiglia Morano – il gruppo politico che lo sostenne – resta parte del progetto democratico-riformista, il leader Beppe Picciolo ha additato la campagna di mistificazione in atto: “Da cittadino, oltre che da politico, avrei potuto accettare qualsiasi tipo di motivazione contraria alla mozione di sfiducia che non fosse stata una pura mistificazione della realtà dei fatti e della coerenza nelle scelte da sempre compiute dal nostro movimento Pdr-Sicilia Futura. Poiché le parole sono ‘pietre’ e per fortuna non potranno, almeno quelle, essere sovvertite da ricostruzioni dietrologiche, avremo anche questa volta la pazienza di attendere, assieme ai messinesi, il tempo per poter ricordare a tutti gli attuali soloni, che si affannano a cercare le più disparate giustificazioni, i fatti di questi giorni”.

L’obiezione di Abbate è stata però condivisa dai forzisti, laddove con una provocazione il capogruppo Trischitta aveva manifestato la propria disponibilità a sostenere l’atto, a patto che in caso di bocciatura gli stessi proponenti si fossero dimessi. E se i genovesiani hanno sposato in toto la linea della nuova casa, del resto in piena continuità con quella portata avanti nella precedentemente dimora partitica, l’Udc si è attestata invece su posizioni attendiste, nell’attesa di definire meglio gli scenari della stagione post-accorintiana.

Nel frattempo CMdB gongola: il progetto di rivoluzione civile del “sindaco scalzo” resta in piedi, nonostante i peggiori auspici.

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