Il Prefetto, prima di andare in pensione, tira un bilancio della sua esperienza in città, cui augura un avvenire prospero e sereno.
Rivendica la collaborazione inter-istituzionale perseguita nel rispetto della Costituzione e spinge la città a seguire il modello più virtuoso con cui si è confrontato in questi anni, quello dei lavoratori del Birrificio Messina: Stefano Trotta, accomiatandosi dal suo incarico stante l’accettazione a Roma della richiesta di pensionamento, ha tirato un bilancio della sua attività in riva allo Stretto.
Il rappresentante del Governo, che per tre anni e cinque mesi ha reso servizio alla città, ha rivendicato in particolare l’impegno profuso per le fasce più deboli della popolazione (con la loro “condivisibile richiesta di una sempre maggiore giustizia sociale”), per le rappresentanze dei lavoratori e le formazioni sociali, per gli agenti di pubblica sicurezza e per i migranti (“giovani uomini e donne qui approdati in fuga da guerre e da inaccettabili condizioni di vita ed in cerca di un’esistenza più umana per loro e le loro famiglie”).
Non sono mancate, inoltre, parole d’encomio per i lavoratori dell’ex Triscele: la loro vertenza era, in principio, una delle problematiche spinose ereditate dalla Prefettura, che s’impegnò da subito per innescare un processo virtuoso e scongiurare la disoccupazione delle maestranze. “Devo riconoscere – ha scritto Trotta – che grazie soltanto alla indomita determinazione dei lavoratori si è vicini a conseguire l’insperato risultato della ripresa della produzione. Questi bravi lavoratori devono essere presi ad esempio per riuscire a superare il determinismo e la ‘rassegnazione’ che purtroppo contraddistinguono il nostro Meridione sfociando spesso in sterili richieste di assistenzialismo”. Da qui il saluto alla comunità con l’auspicio di un avvenire prospero e sereno.