Messinambiente, un pozzo senza fondo: nuovi debiti da far quadrare

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Il vice-sindaco Guido Signorino si confronterà col commissario Giovanni Calabrò: la tenuta del Piano di Riequilibrio è a rischio?

accorinti e ciacciPrima ci sono state le proteste degli operatori per le retribuzioni in arretrato non onorate dall’azienda; poi le fatture ai fornitori rimaste inevase; adesso una nuova bufera potrebbe abbattersi su Messinambiente. Sì, perché la società di via Dogali avrebbe debiti pari a 6 milioni e 400mila euro: una cifra considerevole che Giovanni Calabrò avrebbe messo nero su bianco e presentato all’attenzione dell’Amministrazione, costretta – a questo punto – a ripianare le perdite come azionista di maggioranza e deus ex machina della partecipata. Tali debiti, però, non rientrano nello schema del Piano di Riequilibrio, varato a suo tempo da Guido Signorino, e rischiano, pertanto, di compromettere ulteriormente la stabilità finanziaria dell’ente. In attesa di chiarimenti da parte dei responsabili di Giunta, in Consiglio prevalgono le perplessità su quest’ulteriore buco nelle finanze di un’azienda che somiglia sempre più ad un pozzo senza fondo. Il deficit sarebbe stato prodotto durante il mandato di Alessio Ciacci, ossia in piena liquidazione, a dispetto dell’incarico ricevuto dal primo cittadino. Ce n’è abbastanza per infiammare il dibattito.

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