La visita a Reggio del Sottosegretario di Stato Luca Lotti è proseguita, nel corso della mattinata, con la sua partecipazione al convegno “SI a un’Italia Moderna. Riforme costituzionali e referendum: la sfida per un Paese migliore”
A seguito della sua visita al Palazzo di Giustizia, insieme al sindaco Falcomatà, al presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto e ad altre autorità cittadine, Luca Lotti ha risposto, insieme agli altri ospiti, alle domande poste da Giulia Larosa (Laboratorio da Sud) in merito al tema suddetto.
Il convegno “SI a un’Italia Moderna. Riforme costituzionali e referendum: la sfida per un Paese migliore”, si è svolto nella Sala Federica Monteleone di Palazzo Campanella, alla presenza non solo dell’ospite d’onore del giorno, ma anche di Falcomatà, Irto e del presidente Mario Oliverio.
Ed un SI bello forte e sentito alla riforma arriva dai diretti interessati ai quesiti. Il primo a rispondere è il sindaco Giuseppe Falcomatà: il tema della domanda, la Città Metropolitana, quali saranno le tappe per la sua entrata in vigore, quali le differenze rispetto a prima e quali le prospettive per lo sviluppo del territorio.
“La Città Metropolitana – afferma il primo cittadino di Reggio – rientra nelle riforme del Governo che in qualche modo ci danno l’idea di che tipo di Paese vogliamo realizzare; le Città Metropolitane sono al centro del futuro del nostro Paese, se si pensa che tutte le riforme riportano al centro il ruolo forte del comune e del campanile: il nostro Paese nasce e si sviluppa intorno ai comuni. Il fatto che la legge Delrio – si avvia a concludere, Falcomatà – preveda dieci Città Metropolitane significa che intorno ad esse si sviluppa il futuro del Paese. È forse l’ultima opportunità per il nostro territorio: 97 comuni che lo governano, protagonisti. Da gennaio 2017 tutte le funzioni amministrative saranno pronte per essere avviate, ad oggi c’è un grandissimo dialogo con i sindaci delle aree omogenee”.
Irto, nel corso del suo intervento, ricorda e rimarca la presenza del Governo nella nostra Regione, dal premier Renzi ieri a Luca Lotti oggi presso il Palazzo di Giustizia, che va a rappresentare lo sblocco dei finanziamenti ed un riavvio dal punto di vista infrastrutturale. Ed è proprio sulle infrastrutture della Regione che si concentra Nicola Irto: “prima ancora di parlare di sviluppo – dice – dobbiamo pensare a come poterci muovere nella Regione e dalla Regione: c’è bisogno di nuove infrastrutture. L’impegno del Governo in questo esiste, e già si sta pensando alla 106. La Regione ha messo in campo un nuovo impegno per il rilancio aeroportuale, nuove grandi strategie che rientrano nella nuova idea di mobilità e trasporti, e andremo verso la definizione di un piano regionale. Stiamo cercando di ridare credibilità alla politica, in linea con la riforma Boschi. Io condivido l’impostazione di Renzi – chiosa Irto – il quale dice che ci giochiamo la nostra partita sul referendum istituzionale; queste riforme vanno a mettere una pezza su un regionalismo ancorato da anni, ma servirà una forte discussione sul territorio. Le regioni sono arrivate ad un punto che o rinascono o muoiono. Per tutto questo, da me arriva un forte SI per il referendum”.
“La prima grande operazione della riforma – parole di Oliverio – è il superamento del bicameralismo perfetto. Si ridisegna anche la dislocazione dei poteri tra i diversi livelli dello Stato e si affronta il problema delle funzioni e del sistema delle autonomie locali. È chiaro che le regioni vanno ripensate, ed è arrivato il momento di fare un bilancio su quello che sono oggi. Purtroppo nel corso di 50 anni, le regioni sono state trasformate in mezzo di gestione, piuttosto che di programmazione ed amministrazione: io credo che la riforma apra un terreno nuovo per questa riflessione. Mi impegnerò a fondo affinché la campagna punti sulla partecipazione democratica: io non sono per conservare le cose così come sono, bisogna aprire un grande confronto”.
Il Sottosegretario Lotti risponde ribadendo la sfida importante lanciata dalla riforma anche alla classe dirigente, ma non solo. A detta di Luca Lotti, infatti, la sfida si rifà, altrettanto, ai cittadini, chiamati a fare una scelta importante.
“Non si deve votare SI solo perché si tagliano fondi e posti dei senatori – conclude Lotti – ma perché veramente questa riforma è in grado di portare l’Italia al livello dell’Europa, dà credibilità alla nostra politica: non è un referendum pro o contro Renzi”.
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