Italia-Egitto, rottura totale per il caso Regeni. Renzi richiama l’ambasciatore: “vogliamo la verità”

StrettoWeb
LaPresse/Vincenzo Livieri

La riunione fra le delegazioni di magistrati e investigatori egiziani e italiani sul caso di Giulio Regeni si e’ conclusa senza passi avanti. In serata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha annunciato di aver disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’ambasciatore al Cairo Maurizio Massari. In un messaggio sul account Twitter il ministro ha sottolineato: “Ho richiamato a Roma per consultazioni il nostro ambasciatore in Egitto. Vogliamo una sola cosa: la verita’ su Giulio”. In una nota la Farnesina sottolinea che la mossa di richiamare il diplomatico “fa seguito agli sviluppi delle indagini sul caso Regeni e in particolare alle riunioni svoltesi a Roma ieri e oggi tra i team investigativi italiano ed egiziano”. “In base a tali sviluppi – si legge nella nota – si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative piu’ opportune per rilanciare l’impegno volto ad accertare la verita’ sul barbaro omicidio di Giulio Regeni”. Intanto fonti del ministero degli Esteri egiziano hanno confermato ad “Agenzia Nova” che le autorita’ del Cairo diffonderanno a breve un comunicato nel quale presenteranno la loro posizione sia in merito alla situazione del caso Regeni che relativamente alla decisione dell’Italia di richiamare il proprio ambasciatore.

L’assenza di passi avanti nel caso del giovane ricercatore italiano scomparso lo scorso 25 gennaio al Cairo e ritrovato senza vita il 3 febbraio in un sobborgo del governatorato di Giza si evince anche in un comunicato diffuso dalla procura di Roma, nella quale gli inquirenti italiani sottolineano che ambedue le parti hanno ribadito “la determinazione nell’individuare e assicurare alla giustizia i responsabili di quanto accaduto, chiunque essi siano”. Nel comunicato si legge inoltre che e’ stato confermato che, per questa ragione, “nessuna pista investigativa e’ esclusa”. La procura sottolinea che nel corso dell’incontro la delegazione italiana ha riferito alle autorita’ egiziane, “consegnando integralmente la relativa documentazione, quanto emerso dagli accertamenti autoptici effettuati in Italia, il contenuto del materiale informatico recuperato dal personal computer di Giulio Regeni nonche’ i risultati dell’elaborazione effettuata sui dati contenuti sui tabulati dell’utenza telefonica egiziana in uso a Giulio Regeni, consegnati alla Procura di Roma durante l’incontro a Il Cairo il 14 marzo scorso”.

Il fallimento della riunione era stato gia’ rivelato da fonti di “Agenzia Nova” interne alla delegazione egiziana, che al termine della riunione aveva avvertito che le due parti non avrebbero diffuso alcun comunicato congiunto. I colloqui hanno visto da una parte i vertici del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei Carabinieri, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e il sostituto procuratore, Sergio Colaiocco; dall’altra il procuratore generale egiziano aggiunto, Mostafa Soliman; il suo segretario Mohamed Hamdy; il generale Adel Gaffar della Sicurezza Nazionale; il comandante Mostafa Meabed; l’ufficiale Ahmed Aziz e il generale Alaa Azmi, vicedirettore delle indagini criminali di Giza.

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