La Marina Militare inizia il recupero del barcone naufragato un anno fa a largo della Libia

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Le navi della Marina Militare sono arrivate a 100 km dalla Libia, dove un anno fa oltre 700 migranti sono morti nel naufragio del peschereccio su cui viaggiavano in cerca di salvezza

È passato un anno dal tragico incidente a largo della Libia, quando il 18 aprile 2015 un peschereccio carico di migranti è naufragato causando  la morte di oltre 700 persone.
Il contrammiraglio Nicola De Felice, comandante di Maresicilia, ha confermato che oggi le navi della Marina Militare sono arrivate sul posto, pronte ad avviare il recupero delle salme (circa 500 secondo la stima di De Felice) e del relitto, a 370 metri di profondità.
Una volta fatto riemergere, il peschereccio sarà congelato con l’azoto liquido, quindi messo su una chiatta che lo trasporterà fino al pontile Nato di Augusta, in cui dovrebbe arrivare tra il 3 e il 4 maggio. Ad Augusta è stata allestita anche una tecnostruttura refrigerata lunga 30 metri, larga 20 e alta 10, pronta ad accogliere il peschereccio e i corpi delle vittime. Sono impegnate complessivamente 150 persone nel recupero del relitto e dei corpi, nell’identificazione delle vittime e nel garantire sicurezza sanitaria e sul fronte dell’ordine pubblico.
L’operazione si svolgerà in massima sicurezza: è stato redatto un Documento unico per la valutazione dei rischi; la presenza dei corpi non darà alcun problema sanitario alla popolazione. Le salme saranno esaminate da esperti del Labanof, del Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche di Medina legale dell’Università di Milano, poi verranno tumulate nei cimiteri della città e degli altri paesi dell’Isola: questa la soluzione voluta dalla Prefettura di Siracusa in coordinamento con altre otto prefetture della regione. Il barcone verrà invece bonificato e il relitto smaltito.
Il contrammiraglio De Felice spiega: “È un’attività importante, resa possibile grazie alle grandi sinergie, oltre che alla marina militare, tra governo, dipartimenti, istituzioni, associazioni, forze dell’ordine, magistratura, università, Enti locali, Asp e altre strutture che lavorano insieme facendo veramente squadra. Un sistema multidimensionale che sta funzionando e quando emergono delle difficoltà sono superate con un approccio di collaborazione. È allora che emerge l’animo vero degli italiani, e dei siciliani in particolare“.
Diversi i mezzi della Marina Militare presenti sul luogo: la nave Anteo che ospita la base di comando; la nave San Giorgio per la sicurezza; la nave Alghero attrezzata per recuperare eventuali salme fuori dal relitto; la nave Tremiti di supporto per il trasporto di container.

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