Dal Pd a Cambiamo Messina dal Basso, tutte le forze cittadine sono insorte per la presenza del sindaco nella platea dem. Carbone attacca su twitter il neo-assessore Eller Vainicher, Ialacqua contrariato manifesta imbarazzo
Se non fosse una discutibile operazione di maquillage politico, l’ingresso alla chetichella di Renato Accorinti alla Leopolda siciliana risulterebbe comico. Mentre il Pd si confrontava sull’opportunità di costruire il Ponte vagliando le opere ad esso collegate, il primo cittadino di Messina discretamente prendeva posto in platea, affiancato dal neo-assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher.
Un’iniziazione timida, coperta da un presunto tecnico che ha immediatamente mostrato la caratura politica del suo mandato. Sì, perché con la sfilata all’ex fabbrica Sandron, Eller Vainicher ha fatto capire che il vero compito amministrativo ricevuto dal capo non è tanto il salvataggio dell’erario di Palazzo Zanca, quanto il traghettamento di ciò che resta dell’accorintismo nell’area dem, per dare legittimità a un processo di sintesi dopo anni di accuse e insulti reciproci fra la componente consiliare e l’Amministrazione “dal basso”.
Un’operazione sgradita al commissario Ernesto Carbone che su twitter ha provocato l’uomo nuovo di Sesto Fiorentino: “Se volete il cambiamento (tema cardine della Leopolda isolana, n.d.r.), dimettetevi” ha cinguettato il commissario provinciale, spalleggiato a sorpresa dall’ala dura e pura della lista civica arcobaleno. L’assessore Daniele Ialacqua ha infatti manifestato disagio per la presenza di Accorinti in una sala dove s’inneggiava ai termovalorizzatori, al Muos e alle trivelle. Quanto al Ponte, definito come un “progetto zombie“, la possibilità di mediazioni è prossima allo zero. “Sono lontano anni luce dalle Leopolde o Faraolde che siano. A Palermo in questi giorni è andato in scena tutto quello contro cui combattiamo da anni, non solo per i contenuti ma anche per un linguaggio che non ci appartiene (vedi la pessima battuta anti-Crocetta di Faraone sul TSO). Il mandato politico che ci hanno dato a Messina i cittadini è chiaro e netto: basta con la vecchia politica, basta con i giochi di palazzo, cambiamo la politica e Messina dal basso, per attuare un programma basato su partecipazione, pace, ambiente, legalità e trasparenza, gestione pubblica dei servizi pubblici locali, beni comuni…insomma l’opposto della Faraolda” ha tuonato l’esponente della Giunta, in antitesi alla nuova linea imposta primo cittadino.
E anche la base sembra essere spiazzata: la mediazione e la partecipazione, che il sindaco un tempo invocava in ogni discorso pubblico, appaiono come un ricordo lontano, concetti chiave divenuti soprammobili impolverati, buoni per improvvisati comizi. Dalla rimozione dei tornelli all’unilateralismo palermitano, dalle decisioni corali al sacrificio autoritario di Patrizia Panarello, dall’unità rivoluzionaria ai rimpasti: l’Accorinti di governo non è più quello di lotta e la mutazione genetica del suo messaggio può palesarsi anche agli occhi degli ultimi fedelissimi.