Il primo cittadino deve approvare il piano tariffario per il 2016, ma incassa la scomunica della lista ambientalista: Raffaella Spadaro ha denunciato alla Regione e al Governo le condizioni indecorose di sporcizia in cui versa Messina
Il 2016, secondo le previsioni dell’Amministrazione Accorinti, dovrebbe essere l’anno in cui la Tari inverte il proprio ciclo: i 45 milioni di euro richiesti dal Comune ai contribuenti messinesi dovrebbero diventare 44. Un lieve sconto, rappresentativo sul piano simbolico. A dispetto dei disegni della Giunta, però, prevale lo scetticismo in seno al Consiglio: non soltanto perché la situazione erariale di Palazzo Zanca è avvolta in una nebulosa, ma perché il servizio offerto da MessinAmbiente lascia abbondantemente a desiderare.
E’ di ieri la nota critica pubblicata da Raffaella Spadaro per conto della Federazione dei Verdi di Messina. La rappresentante locale della lista ambientalista ha posto all’indice la grave crisi igienico-sanitaria vissuta dalla comunità. Nel mirino sono così finiti i rifiuti sparsi per tutta la città, i pericoli ad essi legati anche sotto il profilo della sicurezza stradale, l’inquinamento della flora e della fauna marina quando l’immondizia – sospinta dal vento – finisce in mare e, infine, la presenza di ratti e blatte tanto in centro quanto in periferia. “Molti si chiedono perché i negozi siano chiusi e dove dovrebbero andare i turisti a vedere luoghi e cultura. L’unica cultura che stiamo mostrando all’Italia, e dunque al resto di Europa, è la sporcizia e il degrado che bene si mischiano ad inettitudine ed apatia” ha affermato Spadaro sollecitando l’assessorato regionale alla Sanità e il Ministero dell’Ambiente. Accorinti, però, ha urgenze contabili ed entro domani, onde evitare il dissesto a causa dell’ammanco che si registrerebbe, va approvato il piano tariffario del balzello. In giornata dovrebbe arrivare il parere tecnico dei revisori dei conti.