Messina, omicidio De Francesco: l’ipotesi dello sgarro si rafforza col passare delle ore

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Mistero sul movente che ha portato all’omicidio del ventenne: le forze dell’ordine stanno analizzando il profilo di diversi soggetti sospettati

Due colpi di arma da fuoco sono bastati per freddare Giuseppe De Francesco, “figliastro” di Giovanni Tortorella, già condannato per l’operazione “Case Basse” e costituitosi lunedì scorso, quando è stato trasferito presso il penitenziario di Gazzi dove dovrà scontare una pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione. Il ragazzo, appena ventenne, è stato assassinato nel rione di Camaro San Paolo, raggiunto alle gambe e alla schiena da due proiettili sparati con intento omicida. Si è spento in seguito, all’Ospedale Piemonte, verso le 11 di sabato. Le autorità, coordinate dal sostituto procuratore della Dda Fabrizio Monaco e dal sostituto Piero Vinci, stanno vagliando ogni movente plausibile, anche se l’ipotesi dello “sgarro” col passare delle ore assume maggiore rilevanza. Dopo aver acquisito le immagini della videosorveglianza dalle telecamere poste nella parte alta di viale Europa, le forze dell’ordine hanno eseguito la prova del tampone stub su diversi sospetti. Al momento, però, si lavora nell’ombra per risalire all’identità del killer.

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