Messina, rischio default. Prevale la linea dei revisori: Accorinti costretto a rivedere il bilancio

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La Giunta non è riuscita a persuadere i rappresentanti dell’organo di controllo, ma la proroga che è arrivata da Roma consente un ulteriore spazio di mediazione sino al 31 maggio. Il commissario ad acta regionale, Nicolò Lauricella, è in costante contatto coi revisori e l’equilibrio finanziario di Palazzo Zanca resta appeso a un filo. Intanto riprende la raccolta dei rifiuti in città, ma il carburante nei mezzi di MessinAmbiente sta per finire

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

Ufficialmente l’Amministrazione ridimensiona la portata della crisi: la logica dei blocchi contrapposti, dello scontro titanico fra la Giunta e i revisori, non persuade l’establishment di Palazzo Zanca. E tuttavia a dispetto dei tentativi di ricondurre la diatriba nei canoni dell’ordinarietà, i punti di frizione sul bilancio testimoniano la gravità del momento vissuto dall’Ente.

La presenza di Luca Eller Vainicher, lungi dall’essere un elemento di stabilità, sembra esser diventata in poco tempo un’ulteriore aggravante: perché se il vice-sindaco Gaetano Cacciola è uomo di costanti cuciture, tessitore instancabile di mediazioni, il neo-assessore al Bilancio emula il predecessore, Guido Signorino, e lascia spesso intendere con malizia che le responsabilità di un eventuale default andrebbero a gravare sul buon nome degli organi di controllo.

Un’offensiva, questa, respinta al mittente dai diretti interessati, che chiedono da par loro di modificare lo schema di bilancio e di eliminare i disallineamenti contabili registrati. Disallineamenti che inficiano l’atto e minacciano, in ultima analisi, la credibilità stessa di Palazzo Zanca innanzi ai futuri controlli della magistratura contabile.

Nella giornata di ieri il ragioniere generale, Antonino Cama, ha tentato di trovare la quadratura del cerchio con Zaccone e i suoi collaboratori, ma questi ultimi – rifuggendo ogni sintesi che non fosse indirizzata alla trasparenza – hanno rivendicato la chiarezza dei numeri, additando le evidenti anomalie riscontrate. Alla fine la Giunta è capitolata e ha dovuto accettare nuove modifiche al dispositivo presentato pochi giorni fa: esse saranno redatte da due gruppi di lavoro per vagliare celermente anche il consuntivo.

Una parziale boccata d’ossigeno è arrivata dal Governo centrale, laddove i tempi per la messa in regola del Comune sono stati prorogati al 31 maggio. Frattanto Zaccone ha fatto sapere di essere in costante contatto con Nicolò Lauricella, il commissario ad acta regionale che monitorerebbe a distanza l’impasse messinese.

Sul versante dei servizi, dopo due giorni di stop totale alla raccolta dei rifiuti, la macchina di MessinAmbiente ha ripreso a muoversi, facendo transitare gli autoarticolati verso la discarica di Motta Sant’Anastasia. La tensione, però, resta sullo sfondo e il ritorno alla normalità appare ancora di là da venire. In tal senso il personale attende notizie confortanti dal Comune, anche perché – come ha denunciato ripetutamente Giovanni Calabrò – il carburante dei mezzi sta per finire e quando le vetture segnaleranno la fine della benzina, non si potrà certo ovviare con la buona volontà. Lo stesso Calabrò, fra l’altro, deve fronteggiare la fronda interna, dopo la decisione d’incrociare le braccia presa da sette lavoratori, puntualmente denunciati alla Procura dal commissario liquidatore. “Non posso tollerare che si sfoci nell’anarchia in un’azienda che deve espletare un servizio pubblico essenziale” ha affermato Calabrò reagendo alle accuse dei sindacalisti che ne contestavano l’oculatezza.

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